“Se sei un ministro, quando il tuo segretario generale ti presenta un testo e ti dice che sul piano pandemico è tutto a posto, tu ti basi su quello”. Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, non ha intenzione di fare la guerra a Roberto Speranza sulla mancata revisione del piano antinfluenzale dell’Italia, risalente al 2006 e rimasto “sostanzialmente” invariato. Ce l’ha invece con quei “mini-ministri” che “stanno al ministero e rimangono per decenni e decenni”. È colpa loro, spiega in un’intervista a La Verità, se negli ultimi 15 anni nulla si è fatto per prepararsi a eventuali pandemie, nonostante la “decisione 1082 del Parlamento Ue” del 2013 che ha imposto ai governi di dotarsi di un piano ad hoc e i “quattro richiami” fatti dall’Oms nel 2018. Sileri da giorni chiede le dimissioni dell’attuale segretario generale del ministero Giuseppe Ruocco, che nel 2013 era a capo della Prevenzione, ma tira in ballo anche Ranieri Guerra – attuale direttore aggiunto dell’Oms e al centro dello scandalo sul report dell’Organizzazione riguardante la risposta italiana al Covid ritirato nel giro di 24 ore a maggio – e Claudio D’Amario. “Sileri passa. Speranza passa. Ma quelli restano”, insiste il viceministro M5s, spiegando che ora dentro al palazzo del ministero “serve un audit interno, insomma una sorta di revisione. Nascondere i problemi non serve a niente”.
La questione del mancato piano pandemico è stata sollevata per la prima volta nel maggio scorso dalla trasmissione tv Report ed è al centro delle indagini della procura di Bergamo, dopo le denunce presentate dal comitato dei parenti delle vittime da Covid “Noi denunceremo”. I cronisti di Rai3 sostengono che il piano risale al 2006 ed è stato rinnovato senza modifiche negli anni, per quanto il sito del ministero lo dia per “aggiornato il 15 dicembre 2016”. Una datazione che Guerra, in servizio al ministero negli anni in cui doveva essere rivisto, avrebbe contestato quando i ricercatori dell’Oms ne hanno fatto menzione a maggio nel loro rapporto sulla gestione italiana della pandemia (poi sparito). A confermare che il piano pandemico è rimasto sempre lo stesso è pure Sileri, nel suo libro ‘Covid segreto. Tutto quello che non sapete sulla pandemia‘ (Paper First editore), uscito di recente. “A febbraio la task force” istituita al ministero della Salute “analizzava l’ultimo piano pandemico, varato nel 2009”, si legge nel volume. “Durante queste riunioni si decidevano le nostre azioni. Si cercava poi di analizzare soprattutto la funzionalità dell’ultimo Piano pandemico, varato nel 2009 quando ancora era presente Ranieri Guerra, ora all’Oms come vicedirettore, e che risaliva al periodo del ministro Fazio, quando abbiamo avuto l’epidemia da H1N1. Purtroppo dal 2010 non c’erano stati aggiornamenti”.
Intervistato su La Verità, Sileri retrodata ulteriormente il piano al 2006. Ma aggiunge che “il punto non è avere un piano ‘vintage’, bensì avere un piano che, anche se vecchio, sia stato declinato a livello periferico“. Cosa che evidentemente non è mai avvenuta. Nemmeno per l’influenza, malattia su cui ovviamente erano incentrati i documenti di prevenzione prima che arrivasse il Covid. “Che cosa è stato fatto per l’influenza? Io, da quando sono tornato in Italia, cioè tra il 2005 e il 2018, in ospedale non ho mai fatto un corso sull’influenza. O sul bioterrorismo. O sugli attacchi nucleari”. I ministri della Salute che si sono avvicendati negli anni, però, aggiunge Sileri, hanno poche colpe. “Guerra ha mandato una lettera datata 15.09.2017 in cui c’è un appunto sul rinnovo del piano. La stessa cosa ha fatto Claudio D’Amario nel 2018 con il ministro Giulia Grillo“, chiarisce al quotidiano. “E infatti Lorenzin e Grillo si sono mosse. La prima ha istruito la pratica, la seconda l’ha portata avanti con tanto di gruppi di lavoro“. Il punto è che “se io fossi stato direttore generale avrei scritto una nota relativa al piano che riepilogasse quanto avvenuto negli ultimi dieci anni. Non ha semplice paginetta“. Altrimenti, insiste Sileri, “come fa un ministro a sapere a che punto è il lavoro?”. Le responsabilità, a suo parere, sono tutte nella “sciatteria” dell’amministrazione. “Ma scusi, nel 2013, dopo la decisione del Parlamento Ue, che cosa ha fatto Ruocco? Io non ci dormirei la notte“. Poi rincara la dose, chiedendosi come faccia a trovare “il tempo per andare a pranzo, negandosi ai giornalisti” e per giunta “non vai nemmeno alle riunioni del Cts? Scherziamo?”.
La denuncia del viceministro pentastellato rischia ora di creare un terremoto dentro agli uffici del ministero, specie se nelle prossime settimane non dovessero arrivare chiarimenti dai tecnici. “Le sembra normale che io ancora non sia riuscito a capire che cosa sia accaduto esattamente con questo piano pandemico?”, chiosa Sileri al giornale di Belpietro, sollecitando un’indagine interna. Nella maggioranza a intervenire è la sottosegretaria alla Salute in quota dem Sandra Zampa, secondo cui “sulle parole di Sileri credo sia importante che il ministero chiarisca la vicenda. Una volta chiarita, si dimostrerà l’eccesso di drammatizzazione“, ha dichiarato ieri a Radio anch’io. “Un piano pandemico c’è, se quello nuovo non c’è, c’è quello precedente e valgono quelle regole“. Ranieri Guerra, invece, che in qualità di rappresentante dell’Oms fa anche parte del Comitato tecnico scientifico, sostiene che nei suoi confronti è stata messa in moto una “campagna mediatica denigratoria” senza precedenti. “Una combinazione di macchina del fango e di ragioni che mi sfuggono, ma che credo siano legate a interessi personali e a interessi politici, di cui io sono solo un bersaglio intermedio”, ha dichiarato a Inews24.it. “Non ho segreti e non ho niente da nascondere”, assicura Guerra, dicendosi “veramente disorientato da questa serie di attacchi inconsistenti e provocatori fatti di agguati di giornalismo da strada che, data la delicatezza del momento, mi sembrano non avere nessuna ragione di essere”.