Il Parlamento europeo ha approvato oggi in plenaria a Bruxelles, in via definitiva, il regolamento che mira a proteggere i fondi Ue da un uso improprio da parte dei governi che non rispettano lo Stato di diritto. “Dal primo gennaio 2021”, ha commentato la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, “inizierà il monitoraggio e non sfuggirà nulla a nessuno. Useremo tutti gli strumenti. La musica cambia, chi sgarra ne risponderà, contate su di me”. Proprio il regolamento è stato al centro delle discussioni dell’ultimo Consiglio europeo che ha di fatto superato i veti di Polonia e Ungheria che bloccavano il Recovery fund: il compromesso raggiunto ha permesso di mantenere intatto il regolamento, ma al tempo stesso di limitarne il campo di applicazione (sui tempi e modalità) e andare così incontro al gruppo di Visegrad.
Secondo il nuovo regolamento, i pagamenti del bilancio dell’Ue possono essere sospesi per i Paesi membri in cui sono state accertate violazioni dello Stato di diritto, non in generale (per queste c’è l’articolo 7), ma quelle che compromettono la gestione dei fondi Ue. Allo stesso tempo, l’Ue garantirà che i beneficiari finali non finiscano per pagare il conto. “Ce l’abbiamo fatta. Ora è legge. Nessuna dichiarazione unilaterale può cambiare questo fatto. Il regime di condizionalità ci permetterà di esaminare piani sull’applicazione dei fondi Ue dubbi rispetto ai valori dell’Ue”, ha dichiarato il relatore Petri Sarvamaa (Ppe, Finlandia).
Ma come funzionerà il meccanismo? Dopo aver accertato l’avvenuta violazione, la Commissione proporrà l’attivazione del meccanismo di condizionalità nei confronti di un governo Ue e, successivamente, taglierà o congelerà i pagamenti a quello Stato membro dal bilancio europeo. Il Consiglio disporrà quindi di un mese di tempo per votare sulle misure proposte dalla Commissione (o tre mesi in casi eccezionali), a maggioranza qualificata. I deputati sono riusciti ad accorciare i tempi per l’adozione delle misure contro uno Stato membro nel caso di rischi di violazione dello Stato di diritto, ad un massimo di 7-9 mesi (piuttosto che da 12 a 13 mesi).
“Come Parlamento”, ha detto ancora Sarvamaa, “ci siamo assicurati che il regolamento contenga tutti i punti necessari e che il testo rimanga intatto. Ci aspettiamo che la Commissione, in qualità di custode dei trattati, inizi autonomamente l’attuazione di questo regolamento a partire dal 1° gennaio 2021. Questo è anche ciò che gli europei stanno aspettando”. L’altra relatrice Eider Gardiazabal Rubial (S&D, Spagna) ha aggiunto: “L’Ue non è un’istituzione à la carte, dove si possono mantenere i propri diritti ma non si rispettano i propri obblighi. E una comunità basata su valori comuni che gli Stati membri e i cittadini devono sostenere. Il meccanismo che lega il bilancio dell’Ue al rispetto dello Stato di diritto adottato oggi è un risultato importante per il Parlamento”. Quindi l’eurodeputata ha concluso: “Il Parlamento europeo ha fatto in modo che le sanzioni di bilancio previste da questo regolamento siano rivolte direttamente ai trasgressori e non ai beneficiari finali. Studenti, ricercatori, aziende e ong non saranno colpiti, poiché abbiamo inserito una rete di sicurezza per proteggerli”. Per garantire che i beneficiari finali che contano sul sostegno dell’Ue (come gli studenti, gli agricoltori o le ong) non siano puniti per le azioni dei loro governi, questi potranno presentare un reclamo alla Commissione attraverso una piattaforma web, che li assisterà per continuare a ricevere gli importi dovuti.
La Commissione potrà anche effettuare una correzione finanziaria, riducendo l’importo della rata successiva prevista dei fondi dell’Ue al Paese in questione. Il nuovo regolamento votato oggi dal Parlamento si applicherà a tutti i fondi Ue in gestione concorrente a partire dal primo gennaio 2021. La nuova legge non si applica solo quando i fondi Ue vengono utilizzati direttamente in modo improprio, come nei casi di corruzione o frode, ma anche alle violazioni sistemiche dei valori fondamentali che tutti gli Stati membri devono rispettare, come la democrazia o l’indipendenza del potere giudiziario, quando tali violazioni riguardano, o rischiano di riguardare, la gestione dei fondi Ue. Inoltre, nel corso dei negoziati i deputati sono riusciti ad ottenere una disposizione specifica che chiarisce la possibile portata delle violazioni, elencando esempi di casi, come le minacce all’indipendenza della magistratura, la mancata correzione di decisioni arbitrarie/illegali e la limitazione dei procedimenti giuridici.