Zucchero per il mercato natalizio lancia “D.O.C. Deluxe Edition” che contiene i brani del disco “D.O.C.”, uscito l’8 novembre 2019 più 6 nuove canzoni tra cui “September”, il singolo duetto con Sting. Gli altri 5 brani sono “Non illudermi così”, rivisitazione del brano “Don’t make promises” riscritto per l’occasione con un testo in italiano, la cover di Jimmy Webb “Wichita lineman” e gli inediti “Succede”, “Facile” e “Don’t cry Angelina”.
Zucchero era già pronto a partire, lo scorso settembre, dall’Arena di Verona con il tour mondiale di 150 date. Tutto naturalmente rinviato al 23 aprile, quando partiranno i 14 concerti previsti all’Arena di Verona. “Vedo poco interesse da parte delle istituzioni – ci racconta l’artista – non solo verso la musica ma anche verso il cinema e il teatro. Questo è quello che percepisco quando leggo notizie sui giornali. Ad esempio si è molto parlato del ritrovamento a Pompei dei due corpi travolti dall’eruzione del Vesuvio. A me va benissimo che si parli di cose culturalmente alte e di interesse, però esiste anche la cultura più bassa, a me va bene chiamarla anche così, non me ne frega un cazzo. Ci sono state delle manifestazioni importanti dei lavoratori, dei tecnici, delle nostre crew eppure qualcuno ha detto che siamo artisti che ‘fanno divertire’ (il premier Conte durante il primo lockdown, ndr) e lì capisco una cosa: ci considerano persone che fanno divertire perché si considera questo mestiere non come una professione e quindi non rientriamo in un fatto culturale. Per me, oltre ad essere una cosa brutta, è anche molto grave”.
In questi mesi Zucchero ha sentito al telefono molti dei collaboratori che hanno lavorato ai suoi tour: “Io vorrei che arrivassero i soldi a questi poveretti che lavorano dietro ai nostri concerti perché hanno famiglie da sostenere e poi perché è gente che si fa un mazzo così, sale sui tralicci e fanno dei lavori molto duri. Vorrei che le istituzioni li considerassero e gli aiutassero. Per quello che mi riguarda io aiuto tutte le persone che hanno lavorato e lavorano per me almeno fino a quando non ripartiremo in sicurezza. Io faccio così anche perché è l’unico modo per sapere a chi vanno i soldi”.
Il punto fondamentale per Zucchero è la ripartenza: “A metà gennaio di sapremo se potremo ripartire, penso accadrà anche se a capacità ridotta o chiamo la chiamo io ‘capacità Covid’. Io non ho alcun problema, io suono lo stesso ed è importante dare un segnale forte e di rinascita. Posso tranquillamente suonare in posti con meno gente con la garanzia che siano rispettati i protocolli di sicurezza dalle mascherine al distanziamento nei luoghi del live. Bisogna vedere poi se all’estero si riapriranno i cancelli e se adotteranno il nostro stesso sistema. Se, invece, si dovesse chiudere tutto sarebbe davvero un problema enorme con costi allucinanti”.