Televisione

Andrea di Carlo fuori da ‘Oggi è un altro giorno’: “Esco fuori da questo circo così potrò giocare ad armi pari”

“Un critico televisivo che non ha mai fatto un mezzo programma tv equivale ad un gay che parla di figa. Ciao”, aveva scritto il discusso manager e autore del talk show pomeridiano condotto da Serena Bortone. Ex bisogna aggiungere, perché Di Carlo è fuori dalla trasmissione

di F. Q.

“Un critico televisivo che non ha mai fatto un mezzo programma tv equivale ad un gay che parla di figa. Ciao”, aveva scritto Andrea Di Carlo, amico del direttore di Rai1 Stefano Coletta, in un post pubblicato sabato scorso sul suo profilo Facebook. Stiamo parlando del discusso manager e autore di Oggi è un altro giorno, il talk show pomeridiano condotto da Serena Bortone. Ex bisogna aggiungere perché Di Carlo è fuori dalla trasmissione come ha comunicato con un post pubblicato sul suo profilo Instagram: “Un ultimo sguardo commosso all’arredamento e chi si è visto si è visto (cit. Altrove di Morgan) 13,01%. Felice di aver fatto questo pezzo di strada con voi Serena Bortone e Giovanni Anversa (vicedirettore di Rai, ndr). Grazie a Stefano Coletta (tu sai). Ai miei colleghi auguro un buon Natale e li stringo uno ad uno. Ora finalmente i mascalzoni potranno dedicarsi ad altro ma a loro auguro di essere felici almeno la metà di quando sono felice io. Cara Rai1, ti abbraccio come un figlio abbraccia la propria mamma”.

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A sorpresa il post è accompagnato da uno scatto con la conduttrice alle prese con una posa insolita. “Oggi ho deciso mia sponte di risolvere il mio contratto con la Rai per via delle pressioni dall’esterno. L’attenzione spasmodica nei miei confronti, che sono l’ultima ruota del carro, da parte della Commissione di Vigilanza Rai mi fa sorridere. Sono attacchi pretestuosi. Sono stato preso di mira, ora esco fuori da questo circo così potrò giocare ad armi pari. Fuori dalla Rai mi sento più libero di difendermi nelle sedi opportune.”, ha aggiunto a Tvblog. Il post in questione aveva suscitato numerose reazioni: “Sul tema, diversi giorni fa, ho chiesto formali chiarimenti ad AD e poi Commissione stabile Codice Etico. Sono ancora in attesa di risposte sulla vicenda la quale, anche alla luce di questo pessimo post, assume contorni inqualificabili e lesivi per tutta la Rai. Adesso basta”, aveva scritto su Twitter il consigliere del cda Riccardo Laganà. “Adesso basta. Questo tipo di linguaggio non è assolutamente accettabile per chi lavora o collabora con la Rai come questo signore che, peraltro, è allo stesso tempo autore esterno su Rai e agente di personaggi invitati nello stesso programma. Il direttore Coletta che dice?”, aveva aggiunto Valeria Fedeli, capogruppo Pd in Vigilanza Rai.

Critiche anche da Vittorio Di Trapani, segretario nazionale dell’Usigrai: “Indecente. Siamo ormai all’ennesimo episodio di linguaggi incompatibili con il Servizio Pubblico. Tutto questo infanga la Rai. I vertici hanno il dovere di imporre uno stop, e di agire a tutela dell’immagine e del buon nome dell’Azienda.” Michele Anzaldi, esponente di Italia Viva e segretario della Vigilanza Rai aveva tuonato sul suo profilo Facebook: “Davvero la Rai ha bisogno di ricorrere ad un costoso autore esterno per esprimere messaggi sessisti e di tale imbarazzante inciviltà? Non soltanto la Risoluzione della Vigilanza contro i confitti di interessi degli agenti non viene applicata da 4 anni disattendendo anche una precisa indicazione dell’Agcom, non soltanto il palese conflitto di interessi del signor Andrea Di Carlo autore a Rai1 è stato aggirato con una presunta cessione di quote mentre i suoi ex clienti vengono invitati quasi quotidianamente nella trasmissione ‘Oggi è un altro giorno’, non soltanto il Parlamento viene umiliato dalle continue risposte evasive della Rai che addirittura ignora anche le lettere ufficiali del presidente Barachini, ora arriva anche questo vergognoso episodio di inaccettabile linguaggio offensivo sui social. Che altro deve succedere prima che qualcuno intervenga? Davvero i soldi dei cittadini vengono usati in questa maniera, per fare contratti e dare visibilità a chi si esprime in questo modo.”

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