Dopo una lunga "moral suasion" del governo Enel avvia la cessione della partecipazione nell'operatore della rete digitale. Il passaggio successivo sarà l'unione con il concorrente controllato da Tim e quindi la creazione di una rete unica. Il gruppo Enel dovrebbe incassare oltre 2,6 miliardi
Il dado è tratto, il Consiglio di amministrazione di Enel ha avviato la cessione dell’intera sua partecipazione del 50% in Open Fiber società di al fondo australiano Macquarie Infrastructure. Nel dettaglio il mandato prevede la possibilità di vendere agli australiani una quota tra il 40 e il 50%. Open Fiber è il gestore della rete digitale in fibra ottica partecipato al 50% da Cassa depositi e prestiti e per un altro 50% appunto da Enel (nell’azionariato del gruppo energetico Tesoro e Cdp hanno una quota del 30%). In caso di vendita dell’intera partecipazione Enel si attende di incassare 2,6 miliardi di euro. Se si dovesse fermare al 40% la vendita dovrebbe fruttare 2,1 miliardi. L’offerta finale prevede che qualora la chiusura dell’operazione slitti a dopo il 30 giugno 2021, il corrispettivo venga incrementato del 9% annuo calcolato a decorrere dal 1 luglio 2021 e fino al closing stesso. La cessione è stata fortemente caldeggiata dal governo che punta alla creazione di un unico operatore di rete attraverso l’unione di OpenFiber con FiberCop controllata da Tim.
L’offerta pervenuta da Macquarie per acquisire parte della quota di Enel in Open Fiber prevede “il riconoscimento di due diverse clausole di integrazione del prezzo in favore di Enel, legati ad “eventi futuri ed incerti”. Lo si legge nella nota di Enel. “Il primo è legato alla positiva conclusione, con sentenza definitiva, del contenzioso instaurato da Open Fiber nei confronti di Tim per condotta anticoncorrenziale. La clausola assicura il riconoscimento in favore di Enel del 75% del risarcimento netto che dovesse essere conseguentemente incassato da Open Fiber.
La stipula del contratto di compravendita è subordinata ad alcune condizioni. Tra queste, segnala una nota, l’autorizzazione al fondo, rilasciata da parte di Open Fiber, “a condividere con un numero ristretto di potenziali co-investitori le informazioni acquisite nel corso della due diligence svolta, al fine di realizzare la sindacazione del corrispettivo”, ma anche “il mancato esercizio del diritto di prelazione che lo statuto di Open Fiber riconosce in capo a Cdp Equity”. Lo riferisce una nota di Enel, pubblicata al termine del cda. L’ultima condizione, “in caso di cessione del 50% del capitale di Open Fiber”, prevede “la condivisione tra Macquarie e Cdp Equity della modifica di alcuni aspetti che regolano attualmente la governance di Open Fiber”.