Le squadre scompaiono a stagione in corso e a volte si autoeliminano prima di scendere in campo, i club finiscono nelle mani di avventurieri, i playoff si giocano solo fra chi se lo può permettere. La Serie C sembra un campionato sull’orlo del fallimento, che chiede aiuti al governo e necessita di riforme profonde. Però è anche una Lega con un bilancio da 36 milioni di euro l’anno e un patrimonio da oltre 12, che si permette di distribuire centinaia di migliaia di euro ogni anno in collaborazioni e consulenze, tra grandi studi e vecchie conoscenze del pallone italiano (come Marco Bogarelli).
LA LEGA RINGRAZIA… LA JUVENTUS – In totale, 25 milioni sono i soldi che entrano dalla mutualità ed escono verso i club. Il resto sono le attività proprie della Lega. La buona notizia è che il bilancio 2020 (venerdì 18 dicembre arriverà in assemblea, Il Fatto è in grado di anticiparlo) si chiude in attivo. Non era scontato, in una stagione così difficile, mutilata e conclusa in extremis ai playoff: tra mancanza di pubblico, calo degli sponsor (-30%), la Lega ha sofferto una “perdita secca” di 430mila euro solo dalla gestione delle gare. Alla fine, l’utile è di circa un milione. Di questo, però, la Lega deve ringraziare… la Juventus. Già, perché fra le pieghe del bilancio si scopre che la società di Andrea Agnelli paga la bellezza di 1,2 milioni di euro per iscrivere la squadra Under 23 in terza serie, dove invece la tassa comune ammonta 60mila euro a società. Del “contributo straordinario” dei bianconeri ne beneficiano tutti, in particolare la Lega che altrimenti avrebbe chiuso probabilmente in rosso. È lecito chiedersi, però, se una simile sproporzione di una singola società sui conti del campionato non abbia delle controindicazioni sportive.
I DIRITTI TV E BOGARELLI – L’altro capitolo più interessante è quello che riguarda i diritti tv della Serie C, di cui Il Fatto si è occupato di recente con un’inchiesta. Valgono circa 4 milioni di euro, ma la cifra non deve ingannare. Ci sono 2,5 milioni di costi di produzione, quindi resta un milione e mezzo di margine. Per le povere società che faticano ad arrivare alla fine del mese, si dirà. Invece no: da bilancio, ai club vanno solo 860mila euro (diviso 60, un obolo a testa). 450mila euro, cifra in aumento negli ultimi cinque anni, sarebbe spettata all’advisor. Che ha una denominazione sociale (2MG Media), ma soprattutto un nome ed un cognome: è la società che fa capo a Marco Bogarelli, un tempo signore dei diritti tv della Serie A con Infront. Causa Covid la Lega ha però intavolato una serie di trattative con tutte le parti in causa per rinegoziare ricavi e oneri al ribasso, advisor compreso: alla fine nelle casse della 2MG finiranno poco più di 200mila euro.
TRA CONSULENZE E RICHIESTE D’AIUTO – L’incarico alla 2MG Media è ricco, ma si spiega con il lavoro fatto dall’advisor, che ha raddoppiato i ricavi e portato in attivo il canale della Lega, al cui incasso è legato il suo compenso. Nel bilancio però c’è tutta una serie di altre spese “esterne”: 543mila euro di consulenze tecniche, 225mila euro di consulenze legali, 145mila euro di consulenze amministrative. Il totale sfiora il milione. Normale che in una simile congiuntura di crisi diverse società abbiano storto il naso. Il 12 gennaio a Roma sono previste le elezioni di Lega, che saranno probabilmente decisive in vista della corsa alla presidenza della FederCalcio. Il presidente Ghirelli (che ha già comunicato il suo appoggio al n.1 uscente Gravina) avrà probabilmente due sfidanti: il giornalista Marcel Vulpis e il dirigente della Lega Dilettanti, Luigi Barbiero. L’assemblea sul bilancio potrebbe essere una resa dei conti anticipata: diverse squadre stanno valutando se manifestare il loro dissenso nei confronti non votando il bilancio. Del resto, per la Serie C il momento è cupo: la scorsa primavera la Lega aveva presentato uno studio firmato da PricewaterhouseCoopers, in cui annunciava perdite complessive per 84 milioni di euro, e batteva cassa col governo, tra richieste di cassa integrazione e ristori ancora in corso. Ora si scopre che a PwC, uno dei cosiddetti “Big Four”, nell’ultimo anno la Lega ha pagato quasi 120mila euro in servizi.