Le palestre sono chiuse, le piscine pure, lo sport è fermo. O quasi. Ci sono pochi campionati di vertice, dalla Serie A di calcio in giù, che vanno avanti tra mille difficoltà e stadi vuoti, perché per loro lo sport è un lavoro. Ma lontano dai riflettori c’è chi continua a giocare, grazie alle attività degli enti di promozione sportiva, che riescono a infilarsi nelle maglie larghe della normativa. Calcetto, danza, basket e volley, a un certo punto era spuntata persino la chanbara. Tra trofei di Natale e Capodanno (con tanto di cenone finale), non mancano le scappatoie per aggirare i divieti e beffare i dpcm, persino in zona rossa.
LA STRETTA DEL DPCM DI DICEMBRE – Da novembre, da quando sono state reintrodotte le restrizioni più pesanti, si può fare liberamente sport solo all’aperto e nelle discipline individuali. Allenamenti e gare invece sono consentiti solo per le competizioni di interesse nazionale. A dicembre la situazione sembrava più chiara, invece se possibile si è complicata. L’ultimo Dpcm ha introdotto una piccola variante: non si parla più di eventi di “interesse nazionale”, ma di “preminente interesse nazionale”. Pare un allargamento ma in realtà è una restrizione. O almeno così l’hanno interpretata la maggior parte delle Federazioni. Se infatti prima qualsiasi evento che avesse una parte su scala nazionale, anche solo la finale, poteva rientrare nella casistica, adesso l’aggettivo “preminente” non lascia spazio a dubbi: soltanto un torneo che è davvero nazionale si può disputare. Infatti vanno avanti solo i campionati che sono davvero di vertice, in generale quelli che possono essere inquadrati come Serie A, B e più raramente C. Non tutti però si comportano allo stesso modo.
FEDERAZIONI CONTRO ENTI DI PROMOZIONE – Qui entrano in gioco gli Enti di promozione sportiva. Al contrario delle Federazioni dedite allo sport di vertice, si occupano di quello di base. Anche loro organizzano manifestazioni, gare, allenamenti. Fra Fsn e Eps esiste da sempre una lotta senza quartiere, che rischia di esplodere sull’applicazione dei Dpcm. Mentre le Federazioni hanno dato un’interpretazione restrittiva, gli Enti si mantengono larghi: stanno qualificando come “nazionali”, e quindi tenendo aperte, molte più competizioni. La cosa ha fatto andare le Federazioni su tutte le furie. Pallavolo e pallacanestro in particolare: il presidente Fipav, Bruno Cattaneo, ha scritto una lettera al Coni in cui parla di situazione “non più accettabile” e minaccia di regolarsi di conseguenza. Non è da meno il n.1 del basket, Gianni Petrucci: “Da parte degli enti di promozione c’è una concorrenza sleale”. Il Coni vigila, depenna gli eventi di discipline non riconosciute, ha rispedito al mittente i calendari che arrivavano fino all’estate (così le possibilità di allenarsi per gare programmate a 2021 inoltrato diventavano infinite), ma più di tanto non può fare: vige il principio dell’autonomia tecnica. Ognuno decide chi gioca e chi no.
COPPE DI NATALE E CAPODANNO: TUTTI IN CAMPO – Nella mancanza di regole precise, prolifera il caos. Ad oggi tra dicembre e gennaio ci sono in calendario decine, se non centinaia di eventi. Si va dal Trofeo di Capodanno di nuoto a Lignano Sabbiadoro (con tanto di “cenone” finale), alla Coppa di Natale di ginnastica ritmica Csen, fino all’imperdibile Christmas Cup Elfootball di calcetto; lo Csain organizza 4 tappe di basket e pallone in tutte le sue forme, l’Mps propone il beach volley in Sardegna. A un certo punto era spuntata persino una gara di chanbara. Mentre campionati di alto livello, come la Serie C di pallavolo o l’Eccellenza del calcio, sono fermi. Si arriva al paradosso per cui una formazione giovanile di basket, con la Federazione non può allenarsi ma se si tessera con un Ente sì. Ed è la medesima squadra, con gli stessi ragazzi, le stesse strutture. Bruno Molea, presidente Aics, uno degli enti più seri, difende la categoria: “Certe illazioni sono inaccettabili. Noi cerchiamo solo di promuovere l’attività, e rispettiamo le regole. L’Under 14 di basket per noi è nazionale e quindi si allena, ma lo è da sempre, non è una furbata”. Che qualcosa non stia funzionando però è evidente. In tempi di Covid, lo sport più diffuso diventa il salto del Dpcm.