Dopo aver sospeso, lo scorso luglio, la decisione del Tar, il Consiglio di Stato ha deciso in senso opposto. È quindi legittimo l’accordo il Policlinico San Matteo Pavia-Diasorin per i test sierologici sul Covid. È la decisione della III sezione del Consiglio di Stato. Con una sentenza depositata il massimo organo della giustizia amministrativa ha riformato la decisione del Tar Lombardia che aveva annullato l’accordo. Ora invece il Consiglio di Stato ritiene quell’intesa legittima. Per Palazzo Spada è “dirimente la constatazione che la validazione, e eventuale sviluppo del progetto di ricerca privato, non ha carattere di esclusività rispetto ad altri possibili progetti scientifici di altri soggetti privati, rispondendo al fine istituzionale degli IRCSS di sostenere progetti di ricerca anche privati, e di validarli“.

Non si tratta della “concessione di bene pubblico”, né sussiste “un problema di concorrenza “perché, a differenza del contratto di appalto e della concessione, strutturalmente non vi è una limitazione nella scelta dell’amministrazione ad un solo partner” essendo la ricerca “aperta”. A pesare nella decisione anche il carattere “non esclusivo né escludente dell’accordo contestato e l’apertura alla valutazione di altre analoghe (anche contestuali) proposte di accordo”. La battaglia legale innescata con un ricorso al Tar di altri produttori di test aveva portato anche all’apertura di un’inchiesta da parte della procura di Pavia in cui sono stati indagati i vertici del Policlinico San Matteo di Pavia e della società Diasorin per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato. Fra gli indagati compaiono il presidente della Fondazione Ircss San Matteo Alessandro Venturi, il direttore generale e il direttore scientifico, oltre al Responsabile del laboratorio di virologia molecolare Fausto Baldanti e all’ad di Diasorin Carlo Rosa.

Al centro delle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Mario Venditti e dal pm Paolo Mazza, c’è l’affidamento diretto alla Diasorin per la sperimentazione dei test di massa iniziata a fine aprile in Lombardia. L’ipotesi è che “tutti i risultati delle attività di ricerca e sperimentazione effettuate dalla Fondazione Irccs San Matteo di Pavia” siano stati “trasferiti” all’azienda piemontese, fanno sapere dalla Procura, “favorendola” a discapito di altre potenziali concorrenti nel settore dei test sierologici per la diagnosi di infezione da Covid-19. L’annuncio del test innovativo aveva pure fatto schizzare alle stelle il titolo Diasorin in borsa. Tutto era partito dalla denuncia presentata da una società concorrente che si è opposta all’accordo stipulato tra i due istituti senza gara. Un accordo che secondo i giudici del Consiglio di Stato è però legittimo.

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