Le giovani sostengono di aver subito abusi tra Milano, Ibiza e Mykonos. Uno degli episodi potrebbe essere stato registrato dalle telecamere interne dell’attico di lusso nel capoluogo lombardo. Nei prossimi giorni le giovani saranno sentite dai pm
Due nuove denunce per violenza sessuale. Si complica la posizione di Alberto Genovese, l’imprenditore finito in carcere il 6 novembre con l’accusa di aver stordito con un mix di droga e stuprato una 18enne durante una festa nel suo attico a Milano. L’imprenditore è stato iscritto nel registro degli indagati per cessione di droga e violenza sessuale sulla base delle ulteriori denunce che sono state presentate da altre due giovani ospiti ai suoi festini, entrambe rappresentate dal legale Ivano Chiesa. I magistrati milanesi, che da settimane stanno valutando i racconti di chi era presente ai party, ascolteranno le ragazze nei prossimi giorni.
Come ha riportato dal Corriere della Sera, l’avvocato Chiesa si è presentato in procura mercoledì scorso, riferendo dei presunti abusi che le sue assistite avrebbero subito tra Milano, Ibiza e Mykonos. Una delle presunte violenze sarebbe anche stata registrata nei filmati delle telecamere interne dell’attico di lusso a Milano. Immagini che gli investigatori della Squadra mobile stanno analizzando da settimane, anche perché si sospettano altre presunte violenze, oltre alle quattro denunciate finora. Quella avvenuta il 10 ottobre ai danni della 18enne ha portato in carcere Genovese. Per gli altri presunti episodi, invece, l’imprenditore è stato iscritto automaticamente nel registro degli indagati: i pm potranno ora effettuare approfondimenti su eventuali riscontri ai racconti messi a verbale dalle ragazze.
Sono indagati nell’inchiesta anche l’ex fidanzata di Genovese, per concorso nella violenza a Ibiza denunciata da una 23enne, e il suo cosiddetto ‘braccio destro’ Daniele Leali per cessione di cocaina. L’uomo, finora all’estero, dovrebbe rientrare in Italia domani come hanno annunciato nei giorni scorsi lui stesso e il suo legale Sabino Di Sibio. Anche l’ex vocalist e imprenditore nell’ambito delle discoteche potrebbe essere sentito dagli inquirenti nei prossimi giorni. “Sono assolutamente convinto che i magistrati debbano fare il loro lavoro con serenità e se questo per loro significa inserirmi nel registro degli indagati va bene così”, aveva spiegato Leali dall’Indonesia. Intanto, le indagini patrimoniali e finanziarie partite nelle scorse settimane, legate anche agli accertamenti su un presunto giro di droga per i festini, sono state affidate alla Gdf e al pm Paolo Filippini. Pm che, dunque, si è affiancato nell’inchiesta all’aggiunto Letizia Mannella e al pm Rosaria Stagnaro.