Stop al ricevimento delle salme fino al 3 gennaio per smaltire il carico, che si sono accumulate durante la seconda ondata nonostante dal 5 novembre l'impianto avesse limitato l'accesso ai soli defunti residenti in città
Il forno crematorio di Lambrate chiude fino al 3 gennaio perché i tempi di attesa hanno raggiunto i 20 giorni. Il Comune di Milano ha emesso un’ordinanza in seguito all’incremento dei decessi dovuto alla ripresa della curva dell’epidemia di Covid-19 nelle scorse settimane. “La seconda ondata pandemica ha determinato un incremento della mortalità a Milano e, come conseguenza necessaria, la Direzione comunale competente ha già limitato l’accesso al crematorio di Lambrate ai soli defunti residenti a Milano a partire dal 5 novembre 2020″, si legge nel documento.
Una limitazione, applicata già a marzo, che non è stata sufficiente. Nell’ordinanza con cui è stato chiuso il crematorio di Lambrate il Comune ha spiegato che “la crescente richiesta di cremazione sta causando una giacenza di feretri in attesa di erogazione del servizio, con tempi anche di 20 giorni dalla data del decesso”. Ma “non è possibile, per ragioni igienico sanitarie, consentire tempi di attesa superiori per le cremazioni” ed è quindi “necessario introdurre ulteriori limitazioni all’accesso” che “interessino anche i residenti a Milano, favorendo nel contempo la sepoltura attraverso l’esenzione dal pagamento di determinate tariffe comunali o ampliando il diritto di accesso alle tombe di famiglia”.
Inoltre, spiega il Comune di Milano nell’ordinanza, “l’intensità di utilizzo dei forni nel periodo corrente impone l’esecuzione di interventi di manutenzione straordinaria a rotazione sui singoli impianti, al fine di scongiurare interruzioni prolungate nel tempo a causa di guasti”. Il 26 marzo il Comune di Milano aveva limitato per la prima volta l’accesso al forno del cimitero di Lambrate: una misura che aveva segnato l’arrivo del Covid-19 nel capoluogo lombardo.