Se ci dovesse essere una nuova ondata “saremo messi meglio”, diceva il 2 giugno il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri. “Siamo già organizzati, c’è molto in campo già pronto. Questa volta non ci sarebbero giustificazioni se ci facessimo trovare impreparati”, affermava il 12 giugno la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa. “Stiamo rafforzando la squadra per preparare la macchina a una eventuale seconda ondata”, tranquillizzava intanto l’assessore al Welfare della Ragione Lombardia Giulio Gallera. “Smettiamola con le chiusure, i rinvii, le paure e il terrore”, ammoniva, ancora il 2 giugno, il leader della Lega Matteo Salvini. Invece non solo l’Italia è stata travolta dalla seconda ondata dopo un’estate all’insegna del “non ce n’è coviddi”, ma è ripiombata in una situazione di caos e paura alla vigilia delle vacanze di Natale, appesa a provvedimenti governativi incerti fino all’ultimo minuto e previsioni ormai a senso unico su una prossima, terza ondata.
Com’è potuto succedere? Lo racconta un’inchiesta di FQ MillenniuM, il mensile diretto da Peter Gomez, nel numero di dicembre-gennaio attualmente in edicola, ripercorrendo la pazza estate del Covid a caccia degli errori che non avrebbero dovuto essere ripetuti, cosa che invece è puntualmente avvenuta. Fra questi, i fondi stanziati e non impiegati per migliorare la rete sanitaria e i trasporti pubblici, la mancata differenziazione degli orari scolastici, il tira e molla su quali attività riaprire e con quali misure anti-contagio, la gestione degli “assembramenti”… E poi il tracollo quasi immediato del tracciamento dei contatti dei positivi, il sostanziale boicottaggio, da parte di molte regioni, della app Immuni…
Di questi temi e delle feste che ci attendono discutiamo oggi, venerdì 18 dicembre alle 12, con Nino Cartabellotta (nella foto), presidente della Fondazione Gimbe, ospite di MillenniuM Live, la consueta diretta Facebook del venerdì organizzata da FQ Millennium. Con Cartabellotta ci sarà Mario Portanova, caporedattore di FqMillennium, e Andrea Tundo, giornalista del fattoquotidiano.it. “Le (in)decisioni politiche continuano a essere condizionate conflitti istituzionali, compromessi partitici e reazioni emotive”, ha commentato Cartabellotta presentando i dati sull’epidemia nella settimana dal 9 al 15 dicembre. La curva ha mostrato sì una netta riduzione degli attualmente positivi (-9,5% rispetto alla settimana precedente) e dei nuovi casi di infezione (-17,1%), ma a fronte di una “ingiustificata riduzione dell’attività di testing”. E soprattutto, continua Cartabellotta, “la lenta e irregolare discesa della curva, unita a un rapporto positivi/casi testati stabile da tre settimane, suggerisce che le misure di mitigazione abbiano ormai dato il massimo risultato e ora, con le progressive riaperture, verosimilmente la curva prima rallenterà la sua discesa per poi tornare inesorabilmente a salire”.
Eccoci allora da capo, in una situazione molto simile a quella delle vacanze estive: da un lato, la comprensibilie voglia di passare le feste in famiglia e di dare un po’ di ossigeno al commercio e al turismo; dall’altro, il rischio di ritrovarsi a gennaio con l’epidemia che si impenna nuovamente mettendo in crisi gli ospedali e provocando una nuova strage quotidiana. “La serrata di Natale è l’unica possibilità”, afferma Cartabellotta. “Non è più il tempo di giocare con i colori disorientando la popolazione, ormai stremata psicologicamente ed economicamente dal continuo e imprevedibile tira e molla sino all’ultimo minuto: Governo e Regioni non possono limitarsi a temere la terza ondata, devono arginarla”.
Un flim già visto, come ricostruisce l’inchiesta di FQ MillenniuM. “La seconda ondata più che un’ipotesi è una certezza”, diceva inascoltato Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, appena finito il lockdown primaverile. Sono le settimane in cui il ministro Francesco Boccia deve mediare con 21 tra presidenti di Regioni e di Province autonome su ogni protocollo per la riapertura delle attività produttive. Un metro, un metro e mezzo, un metro e ottanta centimetri. Mentre anche dentro il Pd, partito del ministro, c’è chi lo spernacchia per essere apparso in tv con una pettorina gialla tra le mani proponendo un bando per 60 mila assistenti civici volontari da spedire nelle strade e sulle spiagge per provare a gestire i prevedibili assembramenti. Non se ne farà nulla, troppe spiagge si riempiranno senza controlli e le discoteche, spalleggiate dal trio Salvini-Santanchè-Briatore resteranno aperte e affolllate fin dopo Ferragosto.
Quando il 14 le scuole riaprono in molte regioni si contano 1.008 nuovi contagiati in 24 ore e il nodo del trasporto pubblico locale è stato sciolto seguendo la via più semplice: l’aumento della capienza fino all’80%.
Leggi l’inchiesta completa su FQ MillenniuM di dicembre-gennaio, attualmente in edicola