Quasi un’impresa metalmeccanica ogni cinque pensa di licenziare nei prossimi sei mesi. E’ il dato più allarmante contenuto nell’Indagine congiunturale di Federmeccanica. Inoltre il 44% degli intervistati si dichiara insoddisfatto del proprio portafoglio ordini e il 27% prevede cali di produzione. Nonostante il blocco dei licenziamenti, nei primi nove mesi dell’anno, nella grande industria metalmeccanica c’è già stato un calo dell’occupazione dipendente dell’1,4% solo per l’effetto del mancato rinnovo del turnover, e sono state autorizzate ore di cassa integrazione corrispondenti a 561mila lavoratori, circa un terzo della forza lavoro metalmeccanica complessiva. “Cosa succederà quando l’occupazione non potrà più essere mantenuta per decreto? Sarà un dato fortemente negativo”, osserva il direttore del Centro studi di Federmeccanica, Angelo Megaro.

Nei primi 9 mesi del 2020 la produzione metalmeccanica ha perso il 17,9% rispetto a allo stesso periodo del 2019, nonostante un “parziale recupero” nel terzo trimestre e Federmeccanica prevede un’ulteriore “brusca frenata” a fine anno. L’Indagine congiunturale stima nel terzo trimestre una crescita del 36,7% rispetto al trimestre precedente e un calo annuo del 5,2%. Il risultato della metalmeccanica nei 9 mesi “è peggiore rispetto all’intero comparto industriale che ha segnato un -14%” sottolinea il vice presidente Federmeccanica, Fabio Astori, il 2020 – dice – “lascerà segni e cicatrici profonde”. “Anche prima dell’inizio della crisi legata alla pandemia eravamo in una situazione di recessione, iniziata nel 2018. Ora tutto è precipitato”, continua Astori. La contrazione più marcata ha riguardato il comparto autoveicoli e rimorchi con una flessione di oltre il 30%.

Con riferimento all’interscambio commerciale, il settore metalmeccanico, nei primi nove mesi dell’anno, ha registrato una discesa delle esportazioni del 13,2% mentre le importazioni si sono ridotte del 15,6%. In particolare, sono crollati i flussi di prodotti metalmeccanici diretti verso i principali partner europei dell’Italia quali la Germania (-12,8% rispetto a gennaio-settembre 2019), la Francia (-17,6%), ma anche il Regno Unito (-17%) e la Spagna (-23,4%).

Rinnovo del contratto collettivo – – “Federmeccanica continua ad avere l’obiettivo, come abbiamo sempre avuto, di fare un contratto sostenibile, che tenga in considerazione questa realtà che abbiamo rappresentato”. Lo afferma il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi. “C’è un confronto in corso che vedrà, nella giornata del 22, un nuovo appuntamento importante, la nostra posizione non cambia: vogliamo fare un contratto che abbia quelle caratteristiche”, aggiunge Franchi. “La discussione è resa ancora di più complicata e difficile – aggiunge- dalla situazione che stiamo vivendo” , aggiunge il direttore generale. La proposta inziale di Federmeccanica non prevedeva nessun aumento in busta paga. Una posizione che ha innescato un’ondata di scioperi e proteste tra i lavoratori del settore. La trattativa è ripresa dopo che l’associazione degli imprenditori ha aperto sulla possibilità degli aumenti (65 euro in media a regime)

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