Mike Manley, l’attuale amministratore delegato del gruppo Fca, dopo la fusione con Psa ricoprirà l’incarico di Head of Americas, ovvero di numero uno delle operazioni americane del futuro gruppo Stellantis, “lavorando al fianco di Carlos Tavares e continuando a mettere a disposizione la sua grande esperienza, l’energia e la determinazione per rendere Stellantis l’azienda straordinaria che siamo certi sarà”, come si legge in una lettera inviata dal presidente di Fca John Elkann a tutti i dipendenti del gruppo.
Il 56enne inglese, del resto, è uno degli artefici del prossimo matrimonio (il 4 gennaio si riuniscono le Assemblee straordinarie degli azionisti di Fca e Psa, per completare l’iter di fusione entro il primo trimestre 2021) , avendo lavorato negli ultimi due anni a stretto contatto con Tavares per realizzarlo: “L’intesa e la comunanza di vedute che si sono instaurate da subito tra Mike e Carlos, frutto anche di un’amicizia lavorativa di lunga data, si sono rivelate fondamentali durante ogni fase delle trattative con Groupe Psa e continueranno a esserlo in futuro”, ha spiegato Elkann. Con il paradosso, tuttavia, che per il manager britannico non fosse stato trovato un posto nel consiglio di amministrazione della nuova azienda, a differenza di Tavares (ad) ed Elkann stesso (presidente).
Fatto che ha portato a interrogarsi sul suo ruolo. Un ruolo che, secondo alcuni organi di stampa, sarebbe stato quello di futuro amministratore delegato della Ferrari, dopo l’addio di Louis Camilleri. E che invece è stato chiarito pochi giorni dopo la diffusione di quella notizia, rivelatasi poi priva di fondamento, dallo stesso John Elkann. Il quale nella lunga missiva non ha mancato di lodare l’operato di Manley: “Mike fin dall’inizio si è fatto promotore del potenziale straordinario che questa fusione ha di cambiare le dinamiche del settore. Ha dato impulso all’intero processo e al fantastico lavoro fatto dai team di Fca in collaborazione con le loro controparti in Psa, che presto saranno i nostri colleghi, da prima dell’annuncio della fusione, un anno fa, fino ad oggi, esattamente dodici mesi dopo. Le sfide che come gruppo abbiamo dovuto affrontare negli ultimi anni sono state incredibilmente dure”.
“Mike – ha proseguito il presidente Fca – ha assunto il comando della nostra azienda in circostanze tra le più difficili, a causa della terribile e prematura scomparsa di Sergio Marchionne nel luglio del 2018, e ci ha condotti fuori da quei giorni bui, guidandoci con il suo esempio. L’anno successivo, il 2019, ci ha messo alla prova con nuove sfide ma, nonostante ciò, siamo riusciti a concluderlo siglando la nostra storica fusione con Groupe Psa e ottenendo ancora una volta risultati eccellenti. Il 2020, un anno che nessuno avrebbe mai potuto immaginare, ha richiesto a tutti noi di reinventare il nostro modo di lavorare e, di nuovo, Mike ci ha guidati mettendosi in prima linea, determinato a proteggere voi e il vostro lavoro, stando vicino alle nostre comunità e facendo in modo che, con il contributo di tutti, la performance della nostra azienda raggiungesse i massimi livelli”.