Si discute di un’eventuale imposta patrimoniale straordinaria. Alcuni, fra cui il Fatto Quotidiano, ne propugnano una del 2% sui patrimoni dai 50 milioni di euro in su.
In effetti già la sola parola patrimoniale provoca in molti grande preoccupazione e in alcuni reazioni veementi. Eppure tantissimi italiani, anche con disponibilità molto inferiori, se le lasciano alleggerire facilmente del 2% ogni anno, senza battere ciglio. Per giunta non a vantaggio delle casse dello Stato!
Il 2% annuo è infatti l’ordine di grandezza di quanto viene mediamente raschiato via dall’industria parassitaria del risparmio gestito e della previdenza integrativa. Ovviamente è impossibile una misurazione col bilancino di quanto sottraggono in vari modi ai loro sventurati clienti, ma da numerosi studi si ricava appunto il 2% annuo come ordine di grandezza. Risultano infatti annualmente costi pari a:
Lo stesso Sole 24 Ore ammette costi medi “complessivamente dall’1,5 al 2,5%, ma con picchi molto più elevati per prodotti via via più complessi” (Marcello Frisone, «Nelle performance finali pesano i costi impliciti», in Plus24, 14-10-2019).
Eppure molti italiani si preoccupano di un’eventuale patrimoniale, anziché del salasso continuo che anno dopo anno subiscono i loro risparmi. Salasso che possono facilmente interrompere, smobilizzando tutti i fondi comuni, sospendendo ogni versamento in fondi pensione e polizze e riscattando tutto quanto possono riscattare.
Al danno si aggiunge poi la beffa. Impiegati di banca e sedicenti consulenti finanziari agitano lo spauracchio di un nuovo prelievo sui conti correnti, tipo quello dello 0,6% del governo Amato. Spacciando per concreto un rischio attualmente inesistente, li convincono a sottoscrivere i loro prodotti e così gli portano via molti più soldi di ogni fantomatica patrimoniale.
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