Al momento non è previsto che i bambini siano vaccinati contro il coronavirus all’interno della campagna vaccinale. Il chiarimento è arrivato da Gianni Rezza, direttore della prevenzione del Ministero della Salute, che durante il suo intervento al Forum Risk Management in Sanità di Arezzo ha sottolineato come non sia previsto per ora “l’inserimento dei bimbi nella campagna vaccinale”. I motivi? Sono diversi: “Non mi risultano ci siano sperimentazioni su bambini. Inoltre sono meno suscettibili al Sars-Cov-2 e più raramente hanno sintomi e malattia gravi. Terzo, non sono stati identificati come popolazione che sostiene la trasmissione dell’infezione nella comunità”, ha spiegato Rezza.
I giovani e gli adolescenti per altre malattie sono considerati driver dell’epidemia, ovvero coloro che portano l’infezione a casa. Per questo spesso vengono vaccinati per fermare la diffusione dell’infezione. Tuttavia, ha precisato Rezza, “nel caso del Covid non abbiamo nozione di quali siano i driver che sostengono la malattia, quindi si privilegerà la vaccinazione di chi è più vulnerabile, come gli anziani o i soggetti fragili, o di chi è più esposto, come gli operatori sanitari, piuttosto che non vaccinare gruppi amplificatori di malattia”.
Rispetto alle donne incinte, per le quali in Gran Bretagna il vaccino è controindicato dalle linee guida, Rezza ha spiegato: “Per la vaccinazione contro il Covid-19 in gravidanza mancano studi e, essendo in genere le donne incinte giovani e a basso rischio di sviluppare malattia grave, credo che in una prima fase ci si possa astenere dal vaccinarle”. Quanto all’immunità di gregge, ovvero il superamento di una soglia di vaccinazione della popolazione, pari al 60-70%, l’espero ha concluso: “È un obiettivo da raggiungere in un secondo momento, non all’inizio della campagna vaccinale, in cui dovremo soprattutto proteggere chi è più a rischio”.