La vedova della star dell'Nba porta in tribunale la madre Sofia Laine, che le ha fatto causa chiedendo il pagamento di arretrati per il lavoro di “assistente personale e tata”, come si legge nei documenti depositati in un tribunale della California
“Sta solo cercando di estorcere del denaro, ancora”. A quasi un anno dalla morte del campione di basket Kobe Bryant e della figlia Gianna, la vedova Vanessa Bryant porta in tribunale la madre Sofia Laine, che le ha fatto causa chiedendo il pagamento di arretrati per il lavoro di “assistente personale e tata”, come si legge nei documenti depositati in un tribunale della California. Un’accusa che Vanessa ha respinto con forza, contro-querelando la madre per le pretese che la donna avrebbe circa il mantenimento del suo status e raccontando la sua versione dei fatti in un lungo sfogo sui social.
“Kobe mi aveva promesso che si sarebbe occupato di me tutta la vita. Dopo che è morto mia figlia mi ha messo alla porta – ha dichiarato Sofia Laine -. Ho fatto da baby sitter per i figli di Vanessa e Kobe (tre, ndr) per 18 anni, senza risparmiarmi e senza compensi, neppure durante le festività”. Perentoria la replica della figlia Vanessa: “Ci siamo presi cura di mia madre per vent’anni. Non è mai stata la nostra baby sitter, siamo stati noi ad avere cura di lei, adesso vuole solo estorcermi denaro. Si è occupata delle prime due bambine solo a tempo parziale. Io non ho avuto altri figli dal 2006 – ha scritto la vedova di Bryant in un lungo post su Instagram -. Le sue pretese sono puerili, scandalose, ma mi fanno molto male“.
“Continua a cercare modi per estorcere denaro e vivere alle spalle della nostra famiglia – ha proseguito Vanessa Bryant -. Mia madre non è mai stata né la nostra assistente né la nostra tata. Ha sempre vissuto in case pagate da noi, ma mai con noi. Ha visto le nipoti di tanto in tanto. Io e mio marito abbiamo sempre provveduto direttamente alla cura delle nostre figlie, a tempo pieno. Lei ha badato alle nipoti di tanto in tanto, come una normale nonna, ma non si è mai occupata delle nostre finanze. Ora chiede di essere pagata 96 dollari l’ora per aver lavorato 12 ore al giorno per 18 anni badando alle nipoti”.
“Anche dopo che ha cercato di sbattermi fuori di casa – ha concluso la vedova – ho cercato di occuparmi di lei dandole un assegno ogni mese e cercando per lei una nuova abitazione. Lei invece mi ha fatto contattare da degli intermediari, chiedendomi 5 milioni di dollari, una casa nuova e un Suv. Siccome non l’ho accontentata, ora porta avanti accuse false e assurde, cercando il modo di vivere alle mie spalle e senza preoccuparsi di come tutto questo faccia sentire me e le mie figlie. Mio marito non le ha mai promesso niente e sarebbe estremamente deluso dal suo comportamento”.