È morto a Milano Nedo Fiano, papà del deputato dem Emanuele e uno degli ultimi sopravvissuti di Auschwitz. Aveva 95 anni. “Papà ci ha lasciati. Ci rimarranno per sempre le sue parole e il suo insegnamento, il suo ottimismo e la sua voglia di vivere”, ha scritto su Facebook il parlamentare, dando notizia della morte del padre. “Non avrò mai io la forza che ebbe lui e che lo fece risalire dall’abisso, ma da lui ho imparato che per le battaglie di vita e contro ogni odio bisogna combattere sempre. Questo ci ha insegnato la memoria che lui ha contribuito a diffondere. Sia lieve a papà la terra che lo accoglie e sempre su di noi la sua mano ci protegga”, aggiunge Fiano.
La vita – Nato a Firenze il 22 aprile 1925, dopo l’emanazione, nel 1938, delle leggi antiebraiche Fiano dovette abbandonare la scuola a 13 anni. Il 6 febbraio 1944, all’età di 18 anni, i fascisti lo arrestarono mentre passeggiava in via Cavour a Firenze e lo rinchiusero nel carcere della città. Successivamente venne trasferito nel campo di concentramento di Fossoli, insieme ad altri undici membri della sua famiglia. Il 16 maggio 1944 fu deportato, insieme a tutti i suoi familiari, nel campo di sterminio di Auschwitz Birkenau. L’11 aprile 1945 fu liberato dalle forze alleate, nel campo di concentramento di Buchenwald, dove era stato trasferito dai nazisti in fuga, unico superstite della sua famiglia.
Da Sassoli all’Anpi: ricordi e cordoglio per Fiano – Tanti i messaggi di cordoglio al parlamentare e alla sua famiglia, a partire da Nicola Zingaretti. “Con la scomparsa di Nedo Fiano – ha scritto su twitter il segretario Pd – , il mondo perde un uomo che dopo essere sopravvissuto all’orrore della Shoah, ha passato il resto della vita trasmettendo ai giovani il valore della memoria. Un grande abbraccio a Emanuele e alla sua famiglia. Da oggi il mondo è più povero”. Cordoglio anche da parte del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, che definisce Fiano “prezioso testimone degli orrori della Shoah, scrittore raffinatissimo, uomo mite, gentile, tenace, di intransigente, cristallino valore”.
Per Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, “ha avuto la forza di raccontare l’orrore a intere generazioni”, mentre la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni anche a nome di tutto il Consiglio Ucei ricorda che Fiano “fu l’unico della sua famiglia a fare ritorno” da Aushwitz. “Con la disperazione negli occhi, ma anche la voglia di costruire e ricostruire insieme all’amata Rina, la compagna di scuola ritrovata e insieme alla quale avrebbe messo al mondo tre figli – Enzo, Andrea ed Emanuele”. Di Segni aggiunge che “la sua lucida testimonianza, il suo incrollabile impegno civile e di Memoria, resteranno un segno indelebile nelle generazioni. Sia il suo ricordo di benedizione”. E Roberto Cenati, presidente dell’Anpi provinciale di Milano, dice: “Finché le forze glielo hanno consentito si recava nelle scuole a testimoniare sui crimini e le nefandezze commesse dal nazifascismo. Lo ricorderemo sempre con affetto, commozione, con riconoscenza”.