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“Non c’è più fiducia tra maggioranza e Conte”. Italia Viva tira di nuovo in ballo gli altri partiti, ma il Pd: “Parli per il suo 2% di elettori”

Il renziano Ettore Rosato, intervenuto a SkyTg24, si è espresso (a loro insaputa) pure per il Movimento 5 stelle e i dem, parlando di una “fiducia” nei confronti di Conte che sarebbe venuta meno. Ed evocando, di fatto, una crisi istituzionale che al momento vuole solo Iv. Il vicecapogruppo alla Camera del Pd Bordo: "I renziani non scarichino le loro difficoltà sugli altri". Bonafede: "Basta con bombardamento quotidiano". Di Maio: "Folle mettere in discussione Conte". Anche De Petris (Leu) si smarca: "Parli solo a suo nome"

“Bisogna costruire un rapporto fiduciario di maggioranza che oggi non c’è più. Conte ha sciupato la fiducia che aveva, non solo con noi“. Mentre in Europa cresce l’allarme per la variante di coronavirus che ha costretto diversi Stati membri – Italia compresa – a fermare i voli dal Regno Unito, l’unico pensiero di Italia Viva resta quello di far cadere il governo. Il renziano Ettore Rosato, intervenuto a SkyTg24, ha tirato di nuovo in ballo Movimento 5 stelle, Pd e Leu, parlando (a loro insaputa) di una “fiducia” nei confronti di Giuseppe Conte che sarebbe venuta meno. Ed evocando, di fatto, una crisi istituzionale che al momento vuole solo il suo partito.

Parole che hanno subito suscitato la reazione della senatrice di Leu Loredana De Petris: “Il presidente dei deputati di Iv Rosato farebbe bene a parlare solo a nome del suo partito senza pretendere di interpretare cosa pensano gli altri”, ha dichiarato in una nota, invocando però un chiarimento da parte del Pd sulla “sua posizione“. Che non si è fatta attendere: “Rosato parli a nome di Italia Viva, che rappresenta il 2% degli italiani“, ha detto il il vicecapogruppo del Pd alla Camera Michele Bordo. “I renziani non provino a scaricare le loro difficoltà sulle altre forze della maggioranza. Per quanto ci riguarda, ribadiamo che in questo momento non serva una crisi ma un patto di legislatura che permetta di rilanciare l’azione di governo”. In serata è arrivato anche l’intervento del capodelegazione M5s, Alfonso Bonafede: “In un momento in cui gli italiani stanno per affrontare le festività con sacrifici e rinunce, è allucinante ventilare una crisi di governo. Non entro nel merito delle singole istanze delle forze politiche, che vanno discusse in maggioranza e rispettate. Ma è davvero incomprensibile l’utilità di un ‘bombardamento’ quotidiano“. In serata il ministro Luigi Di Maio, storico esponente M5s, ha aggiunto: “Folle mettere in discussione Conte in questo momento. Se ci sono problemi si risolvono e si discutono prima possibile”.

Secondo Rosato, invece, anche i ministri 5 stelle “non hanno apprezzato che il premier abbia mandato la ripartizione dei 210 miliardi del Recovery fund alle due del mattino senza discuterne con nessuno, secretando i progetti, per approvarli alle nove in Consiglio dei ministri”, spiega, riferendosi al vertice del 7 dicembre interrotto dopo pochi minuti per il falso tampone positivo della ministra Lamorgese. In realtà in quella riunione il premier avrebbe dovuto presentare la sua proposta per il Recovery (sia la ripartizione dei fondi che la struttura di governance), per poi discuterne nelle settimane successive con i ministeri, il Parlamento, le opposizioni e le parti sociali. Ma tutto ora è rinviato a gennaio per l’aut aut di Renzi. Rosato sostiene che la gestione della partita sul Recovery da parte di Conte “ha fatto cadere la nostra fiducia. E allora o il premier dice quale sia il suo percorso per i prossimi mesi o per noi questo governo è un’esperienza finita“.

Il deputato renziano sembra quindi parlare a nome di tutta la maggioranza, nonostante Pd, Movimento 5 stelle e Leu non abbiano cercato pubblicamente alcuna verifica di governo. Solo due giorni fa Renzi aveva insistito, sostenendo che i dem “sono d’accordo con noi su tutte le richieste a Conte”. Ma anche in quell’occasione era arrivata la secca replica di Bordo del Pd, mandato avanti dal segretario del partito per evitare l’incidente diplomatico: “Renzi parli per Italia viva e ci lasci stare”. Lo stesso Zingaretti ha cercato di scacciare le ombre sui suoi uomini, sostenendo che la “fase” della verifica di governo “va chiusa” al più presto, perché “non si può vivere nell’incertezza in eterno”. In realtà tra i dem c’è chi vorrebbe approfittare della situazione per cambiare alcuni ministri, mentre i pentastellati negano anche questo scenario. “Il M5S ha già più volte chiarito ufficialmente la sua unica posizione su questo tema”, si legge in un comunicato, che è quella di “una chiara contrarietà rispetto a ipotesi di rimpasto e piena soddisfazione nei confronti della squadra 5 Stelle”.

D’altronde la situazione epidemiologica non consente alcuna distrazione, men che meno una crisi istituzionale dagli esiti imprevedibili. Nel nostro Paese, come dimostrano i dati, la curva dei contagi ha smesso di scendere e c’è una prima risalita dell’indice Rt, motivo per cui il governo è stato costretto a varare regole più stringenti per le festività natalizie. Il timore è una recrudescenza del virus a gennaio, proprio quando la campagna di vaccinazione sarà a pieno regime. Come se non bastasse, la variante del Covid scoperta in Inghilterra ora inizia a fare paura: il ceppo è stato identificato anche in Danimarca e Australia e sempre più Paesi (tra cui l’Olanda e il Belgio) hanno bloccato i voli dal Regno Unito. L’agenda di governo, tuttavia, è condizionata dal confronto imposto da Renzi e che lui stesso ha rimandato a inizio 2021, dopo che nell’atteso faccia a faccia con Conte si è limitato a consegnargli un documento già pubblicato quella mattina su Facebook.