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Andrea Berton, la rabbia dello chef contro il governo: “Solo a Natale perdo 10 mila euro. Vado a Montecarlo”

“La decisione del governo di tenere chiusi i ristoranti durante le feste natalizie è una catastrofe che penalizza ulteriormente la nostra attività”. A dirlo, in un’intervista a La Stampa, è lo chef stellato Andrea Berton, celebre allievo d Gualtiero Marchesi, criticando duramente le restrizioni imposte dal governo all’attività dei ristoranti per contenere il contagio da Covid. “Dicembre – spiega – rappresenta un periodo fondamentale per il nostro fatturato. Io questo mese perderò 200 mila euro rispetto all’anno scorso, 10 mila euro solo per il giorno di Natale. Non appena è stato varato il nuovo decreto sono stato contattato dall’Hotel de Paris di Montecarlo: andrò lì a lavorare con metà del mio staff dal 23 dicembre al 3 gennaio”.

“Sarebbe stato molto più saggio adottare severi controlli per chi non rispetta le regole m far rimanere aperti i ristoranti a Natale – incalza Berton -. Onestamente non è che al ristorante si arriva a frotte tutti assembrati sui mezzi pubblici. È lì che si rischia maggiormente il contagio, non raggiungendo un locale dove poi a tavola ci siede in due o quattro persone”. E senza troppi giri di parole, lo chef sottolinea come – a suo parere – il governo abbia esagerato con le restrizioni: “Eccome se lo ha fatto. Per carità sono io il primo a sostenere che la salute viene prima di tutto, però dovremo convivere con il coronavirus per chissà quanto tempo. Io ho speso un sacco di soldi per adeguare il ristorante alle misure anti Covid: pannelli tra i tavoli, due impianti di sanificazione dell’aria a ritmo continuo, distribuzione di gel disinfettanti e ho ridotto i posti a tavola a 30 dai 55 che erano prima. Io sono perfettamente in regola per la prevenzione del contagio e quindi non capisco perché devo rimanere chiuso con tutti i danni che ne derivano”.

“E guardi che non sarò solo io a subire perdite ma anche i miei dipendenti: già li ho dovuto tagliare, prima del lockdown ne avevo 35 e ora 24. All’inizio ho anticipato io i soldi, poi abbiamo dovuto fare ricorso alla cassa integrazione che però non copre il costo totale. Questa chiusura natalizia è la mazzata finale e il governo è totalmente inadeguato – prosegue lo chef -. Se proprio doveva costringerci alla chiusura avrebbe dovuto elargirci delle sovvenzioni reali.I ristori che ci hanno concesso sono indennizzi troppo bassi”.