Quante volte abbiamo esclamato “che capolavoro di ingegneria” mentre guardavamo un documentario sulla natura, e in particolare sulle costruzioni realizzate dagli animali partendo da materiali “umili” come il fango? O, al contrario, siamo inorriditi di fronte ai cosiddetti ecomostri costruiti dall’uomo? Queste sono solo alcune delle considerazioni alla base del nuovo trend in materia di architettura: la biomimetica, di cui ha parlato recentemente Immobiliare.it. Scopriamo di che cosa si tratta.
Le sfide che gli architetti devono affrontare
Nel momento in cui si progetta una casa o un intero quartiere, il primo fattore da valutare oggi è l’impatto ambientale che questo avrà sia nella fase di costruzione sia una volta portato a termine. Gli edifici devono essere realizzati con materiali ecologici, armonizzarsi con il paesaggio circostante e risultare il meno energivori possibile: è l’obiettivo della bioedilizia, che punta al risparmio delle risorse naturali e alla sostenibilità. Ed ecco che entrano in campo… le termiti, i castori, ma anche le foglie e persino le conchiglie: tutti maestri di design ai quali si ispirano architetti e ingegneri che, supportati dalla moderna tecnologia, possono studiare fino nei minimi dettagli le forme di aggregazione presenti in natura per poi imitarle. E non solo per ottenere un edificio (o un ponte, una galleria, un condominio) bello dal punto di vista estetico, come avevano già intuito per esempio Leonardo e Gaudì, ma anche per usare meno materiale possibile senza rinunciare alla stabilità, o per creare un perfetto sistema di ricambio dell’aria e di ventilazione a prescindere dal condizionatore. Tutto questo, e molto altro, è l’architettura biomimetica che fa della natura un modello da copiare prima ancora che un prezioso elemento da tutelare.
Dai mattoni “molecola” alla serra “scarafaggio”
Per capire meglio di che cosa si tratta esattamente, ecco qualche esempio. C’è il mattone ecologico modulare, Tetrapod, che si ispira alla struttura di una molecola ed è composto al 100% da materiale riciclato, mentre il tetto ondulato della Abalone house riproduce il guscio del mollusco abalone e ha richiesto l’utilizzo di metà del materiale consueto. O, ancora, le serre a forma di scarafaggio che sono in grado di raccogliere acqua dolce nel deserto.