Un’esplosione si è verificata attorno alle 14.30 in una fabbrica di recupero esplosivi militari, la Esplodenti Sabino, a Casalbordino, in provincia di Chieti. Le vittime della deflagrazione sono tre, secondo quanto spiegato dal sindaco Filippo Marinucci e confermato in seguito. Non ci sono altre persone ferite come temuto in un primo momento, tanto che molte ambulanze erano state fatte partire dagli ospedali di Lanciano, Vasto e Ortona, oltre all’elicottero del soccorso da Pescara.

Le tre vittime dell’esplosione erano di Casalbordino, Pollutri e Guilmi, in provincia di Chieti. Gli operai – 45, 46 e 54 anni – sarebbero morti sul colpo. Secondo le prime informazioni, l’incidente sarebbe avvenuto all’altoforno: erano in corso operazioni ordinarie, si apprende, quando sarebbe accaduto qualcosa che ha provocato l’esplosione. Lanciato l’allarme, sul posto sono subito arrivati i soccorritori e il 118 con l’elicottero partito da Pescara. I vigili del fuoco hanno messo in sicurezza l’area e solo dopo il personale sanitario è potuto intervenire. Per accertare che non vi fossero dispersi, i dipendenti in servizio sono stati radunati e contati. Per i tre non c’è stato nulla da fare: è stato solo possibile constatare il decesso.

L’azienda, che si trova in contrada Termine in un’area di oltre 20 ettari, conta un centinaio di dipendenti. Per permettere l’intervento dei vigili del fuoco e mettere in sicurezza la zona, la Statale 16 è stata interrotta e anche la ferrovia adriatica è ferma tra Fossacesia e il porto di Vasto. Evacuato anche un grande distributore di benzina nei paraggi dal quale sono stati fatti andare via molti tir che operano della vicina zona industriale. Il prefetto di Chieti Armando Forgione ha convocato una video riunione urgente del centro di Coordinamento dei Soccorsi.

Alla riunione hanno partecipato la Regione Abruzzo, provincia di Chieti, questura, carabinieri, Guardia di Finanza, vigili del fuoco, polizia stradale, Asl di Chieti, Arta, Ferrovie, il concessionario della A14 e l’Anas. La Esplodenti Sabino, fondata nel 1972, è specializzata nel recupero di esplosivi da armamenti dismessi. Come si legge sul sito della società, l’azienda si occupa di demilitarizzare “tutti i tipi di munizionamento convenzionale, bombe di aereo, sistemi d’arma, razzi, mine navali”. Il “95% dei materiali recuperati” dalla demilitarizzazione “viene riutilizzato in campo civile”.

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