Eugenio Giani batte il pugno sul tavolo: niente stadio nuovo a Campi Bisenzio, ma restyling del Franchi. Così il presidente della Regione Toscana, in un’intervista al Corriere Fiorentino, pone fine alla telenovela del nuovo stadio a Firenze, iniziata dodici anni fa, nel 2008, quando i Della Valle, allora proprietari della Fiorentina, presentarono nel lussuoso albergo Four Season il progetto della Cittadella Viola, firmato Massimiliano Fuksas: 80 ettari tra nuovo stadio, alberghi, museo e centri commerciali, che sarebbe dovuta sorgere a Castello, tra Firenze e Sesto Fiorentino. La Cittadella dei Della Valle è rimasta un plastico, il nuovo stadio è andato in soffitta, la Fiorentina è scivolata nelle basse zone della classifica e i proprietari di Casette d’Ete hanno venduto la società all’imprenditore italo-americano Rocco Commisso nel giugno 2019. Che appena sbarcato a Firenze, tra tripudi e osanna popolari, capeggiati dal sindaco Dario Nardella, ha promesso ai tifosi il sogno di una Fiorentina da scudetto.

Finite le feste, sono arrivate le grane. Perché Rocco, conti alla mano, ha detto chiaro e tondo al popolo viola ancora osannante che lui non era venuto a Firenze a fare la parte del Paperone d’America un po’ scemo: “Il mio problema non sono i soldi, ma io non li voglio buttare via. Io li porto ma non voglio buttarli”. In breve: per costruire una Fiorentina da vertice occorrono, questo il ragionamento di Commisso, maggiori ricavi che possono venire solo da un nuovo stadio con le attività commerciali annesse. Insomma, la vecchia idea della Cittadella Viola. Così è ripartita la corsa ai terreni per costruire lo stadio. Nardella, appassionato di violino, ha cercato di suonare musica dolce per Rocco per convincerlo a comprare i terreni della Mercafir, dove sorge il mercato ortofrutticolo, ma l’imprenditore nato a Marina di Gioiosa Ionica non si è lasciato incantare: “Troppo cari, quei terreni”.

Due a questo punto le alternative: stadio nuovo a Campi Bisenzio, ad una ventina di chilometri da Firenze, o restyling dell’attuale stadio. Campi però non piace a Nardella che non può accettare che la Fiorentina traslochi in un comune limitrofo. In suo soccorso è sceso in campo Giani che al Corriere Fiorentino bolla così l’ipotesi dello stadio a Campi: “Io ritengo che ci può andare solo col consenso del sindaco di Firenze, non contro il Comune. Se la Fiorentina esiste è per merito del Comune ed è inscindibile da Firenze. E poi ci sarebbe il problema della viabilità. Chi la pagherebbe? La pianificazione urbanistica è pubblica e non può essere contrattata”. Fine della partita. E del sogno di Rocco di un nuovo stadio tutto suo. La politica – il presidente di Regione e il sindaco di Firenze – gli dà una sola chance: puntare a restaurare il Franchi seguendo i limiti imposti dal sovrintendente Andrea Pessina. Commisso non ha fatto mistero che, se dipendesse da lui, demolirebbe l’attuale stadio e ne costruirebbe uno nuovo. Una bestemmia per i sostenitori dell’architetto Pier Luigi Nervi che ha costruito negli anni Trenta lo stadio di Firenze. E così la Firenze dei guelfi e ghibellini si divide. “Noi abbiamo la cultura del restauro e della conservazione. Non mi convince l’idea della ricostruzione. Ritengo che la posizione del soprintendente Pessina sia giusta quando rivendica l’intoccabilità di alcuni elementi. La tribuna a sbalzo, le scale elicoidali, la torre”, fa sapere Giani a Commisso. Il governatore chiude anche alla possibilità di un abbattimento o diverso sfruttamento dell’adiacente stadio Ridolfi, dove si disputano le gare di atletica leggera, posizione che riduce ulteriormente lo spazio di manovra per Commisso: “Sento che si vuole demolire il Ridolfi – ha aggiunto – Definisco questa ipotesi assurda e inconcepibile. Va contro il vero valore dello sport, ma stiamo scherzando? Non consentirò mai una concessione a uno sport per soffocarne un altro”. Ora si attendono le mosse del patron viola, mentre la Fiorentina si dimena nei bassifondi della classifica con l’incubo della retrocessione.

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