Il boom di contagi nella contea del Kent, l’elevata contagiosità, i dubbi (largamente respinti dagli esperti) su una possibile resistenza ai vaccini. Mentre l’Europa si appresta a sedersi intorno a un tavolo per “coordinare” la risposta alla nuova variante del coronavirus dopo che ieri i Paesi sono andati in ordine sparso nel disporre lo stop ai voli da Londra, gli esperti di tutto il mondo sono al lavoro per capire la genesi della mutazione e le sue caratteristiche. Le informazioni disponibili sono ancora poche, se non che potrebbe avere una contagiosità superiore del 70% rispetto al virus attuale. A Downing Street il primo campanello d’allarme è arrivato proprio dai dati dei contagi: come riporta Repubblica, a metà dicembre quattro delle cinque aree più infette dell’Inghilterra si trovavano nella contea del Kent, a sud-est di Londra, una zona finora poco colpita dall’emergenza sanitaria e da cui ora si pensa che sia partita la mutazione. Il picco di casi è stato registrato nell’isola di Elmley, dove si trovano tre carceri. Il 12 dicembre, riferisce il quotidiano, il 40% dei detenuti era risultato positivo, un tasso altissimo rispetto ai bassi numeri registrati nei penitenziari del Paese dall’inizio della pandemia.

Una situazione anomala, specie se si pensa che il Kent a inizio novembre era in “allerta 1”, il livello di allarme più basso, e fino al 3 dicembre scorso era pure in vigore il lockdown nazionale deciso da Boris Johnson per raffreddare la curva epidemica. Al termine delle restrizioni, però, i contagi erano ancora a un livello troppo alto e sono ripresi a correre a una velocità mai vista. Inizialmente si è pensato a diversi fattori, spiega Repubblica, come la mancata applicazione delle regole nella zona, le condizioni carcerarie, la densità abitativa. Ma adesso gli esperti hanno capito che in quella contea era già presente la variante del coronavirus: tra l’altro gli scienziati inglesi hanno sequenziato il nuovo ceppo a settembre proprio dalle analisi di un paziente positivo del Kent. Ora si cerca di capire chi sia stato il “paziente zero” e soprattutto a quando risale la mutazione, anche per capire la portata della sua diffusione al di fuori dei confini britannici. Il responsabile scientifico della rete nazionale Itv, Tom Clarke, ha spiegato che la variante potrebbe essersi sviluppata nel corpo di un malato terminale, ad esempio di cancro, perché in assenza di difese immunitarie il virus potrebbe aver prosperato.

In attesa che gli esperti raccolgano nuove informazioni, ad esempio sull’eventuale resistenza (parziale o totale) ai vaccini attualmente in produzione, il governo britannico sta cercando di gestire il blocco di voli e treni disposto in tutta fretta nella giornata di ieri dalle cancellerie europee. Downing Street ha fatto sapere che rimborserà il costo dei biglietti di treni e pullman acquistati per il periodo 23-27 dicembre. Lo ha annunciato il ministro dei Trasporti, Grant Shapps, in un’intervista a Skynews, precisando che la misura riguarderà le prenotazioni effettuate dal 24 novembre, cioè dopo che era stata annunciata la possibilità di viaggiare in quei quattro giorni nell’ambito di un allentamento delle misure per Natale poi cancellato a causa della scoperta della variante. In giornata è poi prevista una riunione del Cobra, alla presenza del premier Johnson, “per discutere della situazione dei viaggi internazionali, in particolare del flusso costante di merci in entrata e in uscita dal Regno Unito”.

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