“Dal punto di vista tattico ho fatto un capolavoro, perché li ho messi tutti con le spalle al muro”. Mentre in Europa sempre più Paesi chiudono le frontiere al Regno Unito per la nuova variante del Covid e in Italia sale il timore per alcuni casi sospetti, Matteo Renzi insiste con le minacce al governo e si compiace per aver messo Conte e la maggioranza “in un vicolo cieco”. Come riporta il quotidiano La Stampa, il leader di Italia Viva avrebbe detto ai suoi che le soluzioni ormai sono soltanto due: o il premier “dà risposte vere a quello che io gli ho chiesto, ma non è in condizione di farlo, oppure si fa da parte. È lo schema più probabile di questa partita“. Per il senatore di Rignano è tutta una questione di strategie, perché “la politica ormai è questo, anche perché tutt’ora abbiamo come sistema elettorale il Rosatellum e con il Rosatellum tutto è solo tattica“.
Renzi ha quindi intenzione di rimanere a guardare in attesa che Conte faccia la sua mossa. Secondo il quotidiano romano, avrebbe addirittura rimproverato Ettore Rosato per aver nuovamente attaccato domenica Palazzo Chigi. “In questo momento noi non dobbiamo muoverci, dobbiamo fare il catenaccio”. Un atteggiamento attendista che tiene sotto scacco il Paese, proprio mentre la curva dei contagi ha smesso di scendere e la stesura del Recovery plan è ancora ferma, e che punta a tirare in ballo pure gli alleati di governo. Rosato ieri ha parlato (a loro insaputa) a nome di Pd e M5s, sostenendo che “Conte ha sciupato la fiducia che aveva, non solo con noi“. E anche se a stretto giro sono arrivate le repliche stizzite di pentastellati e dem, Renzi sostiene che “dal Pd nessuno mi sta più attaccando. Solo Franceschini e Provenzano, l’ala governista, ma sono casi isolati”, riferisce La Stampa. “Lo stesso Zingaretti non mi sta più attaccando – aggiunge – perché capisce che lo schema tattico che ho adottato si sta rivelando vincente“.
Se il presidente del consiglio dovesse accettare di “giocare la partita dal punto di vista politico”, ragiona infatti il leader di Iv con i suoi uomini, la verifica di governo potrebbe portare a un suo indebolimento in favore dei capi di maggioranza. “Vorrebbe dire che Conte continua a fare il premier ma in un governo in cui lui è un’anatra zoppa. Un Conte dimezzato”. L’alternativa, aggiunge, è un “governo tecnico o istituzionale“, guidato da Mario Draghi o da “una persona che abbia un profilo simile”. Renzi sostiene infatti che “la crisi è inevitabile” se Conte non darà “risposte” al documento che la sua delegazione gli ha consegnato nel faccia a faccia di settimana scorsa, più volte rinviato e alla fine durato solo mezz’ora.
L’ex premier è convinto che una maggioranza alternativa si possa già trovare in Aula, ma Silvio Berlusconi sembra smentirlo. “Non credo nei governi tecnici e non vedo un nuovo governo all’orizzonte“, ha detto in un’intervista al Messaggero, aggiungendo che “Forza Italia per il bene del Paese è a disposizione per lavorare con il governo che c’è, anche se questo governo non ci piace. Così abbiamo ottenuto nella Legge di bilancio diversi risultati importanti”. Parole che suonano come un assist a Conte, il quale nel frattempo ha fatto la sua mossa: vista l’urgenza di trovare una quadra sul Recovery plan – pena il rischio di perdere i 209 miliardi in arrivo dall’Ue – ha indetto un nuovo faccia a faccia con i partiti di maggioranza, questa volta sui temi, per oggi e domani a Palazzo Chigi.