C’è un fermo per il caso dei cadaveri trovati a pezzi in alcune valigie a Firenze. Si tratta della ex fidanzata del figlio di Sheptim e Teuta Pasho, la coppia di coniugi albanesi che erano scomparsi 5 anni fa. I carabinieri hanno eseguito il provvedimento emesso dal pubblico ministero a carico della donna, 36 anni, albanese anche lei, con precedenti, la quale all’epoca della sparizione dei due, era la convivente di Taulant Pasho. La donna è accusata di omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri dei due coniugi.
Le valigie erano state trovate nella zona di Firenze tra il carcere e l’autostrada Fiirenze-Pisa-Livorno in momenti diversi. Le prime tre il 15 dicembre, la quarta il giorno dopo grazie al lavoro dei cani molecolari. Dopo i primi accertamenti si era ipotizzato che i resti appartenessero alla coppia di albanesi sparita nel nulla nel novembre 2015. Dopo l’indizio del tatuaggio a forma di ancora rivenuto su un avambraccio, anche l’impronta digitale di un dito sembrava combaciare con quella di Shpetim Pasho, dato per scomparso con la moglie Teuta.
I primi due bagagli scoperti nel campo, a una distanza di una settantina di metri l’uno dall’altro, contenevano il cadavere saponificato dell’uomo: il busto, avvolto in un telo, in una valigia, e le gambe in un’altra. Dall’esame autoptico, all’istituto di medicina legale di Careggi, era emerso che l’uomo era stato ucciso con una coltellata alla gola. Durante un sopralluogo dei carabinieri del nucleo investigativo dell’Arma fiorentina, era emersa dal fango e tra le sterpaglie una terza valigia, con all’interno un tronco umano di una donna, in avanzato stato di decomposizione. Per trovare il resto era stato necessario l’utilizzo dei cani molecolari. Il pensionato, 74 anni, che ha trovato la prima valigia ha raccontato che coltivava l’orto sociale ma da un paio di anni non aveva tagliato le erbacce dove poi ha fatto la scoperta.