Il risarcimento chiesto a Tomaso Montanari in sede civile per 165.000 euro dalla città di Firenze per una critica da lui rivolta al governo cittadino si presta a plurime considerazioni.
La prima è che, a mio parere, la causa si inserisca a pieno titolo nel contenzioso che si definisce “Slapp”, ovvero strategic lawsuit against public participation, e cioè causa strategica contro la pubblica partecipazione. Sono le cause civili oppure le querele (in sede penale) aventi lo scopo di tacitare proteste, contestazioni, o anche solo critiche.
Da avvocato mi dovetti occupare di un caso simile quando anni fa il movimento No Tav (in persona di tre suoi esponenti) fu chiamato in giudizio in sede civile per essere condannato a un risarcimento pari a oltre 200.000 euro da parte della Lyon Turin Ferroviaire per l’occupazione di un terreno destinato a carotaggi in funzione dell’opera più costosa e inutile degli ultimi decenni, il Tav in Alta Valsusa.
La strategia è estremamente banale: colpirti nel portafoglio per tacitarti. In questo caso, il movimento No Tav dava estremamente fastidio con le sue manifestazioni, la sua propaganda, la sua mobilitazione: si colse l’occasione per un fatto estremamente banale per cercare di zittirlo. Quasi che non bastasse la giustizia a senso unico in sede penale della sabauda Procura della Repubblica…
La seconda considerazione è che nella nostra società tutto ha un prezzo. Tutto si riduce o si può ridurre alla vile moneta. Anche qui, cito un caso che mi capitò anni fa e che mi vedeva operante in una associazione ambientalista.
L’associazione, dopo aver perso una causa di carattere ambientale davanti al Tar Piemonte, riuscì a ribaltare il giudizio in sede cautelare davanti al Consiglio di Stato. Il nostro avvocato fu contattato dalla controparte per sapere quale era il nostro prezzo, quanti soldi servivano per tacitarci e non farci più coltivare il prosieguo della causa.
La terza considerazione è che queste cause sono azioni in qualche modo violente e sono un sintomo di quanto la nostra società stia cambiando in peggio (non dico si stia imbarbarendo per rispetto di altre civiltà). C’è sempre più in giro, serpeggia sempre più un sentimento di ostilità fra gli esseri umani (non parliamo poi del nostro rapporto con gli altri esseri viventi). Esatto contrario di quella solidarietà che invece dovrebbe connotarci in un’epoca di crisi globale, ancor più sottolineata, rimarcata dalla pandemia.
L’ultima considerazione, ma non ultima in ordine di importanza, è anche quella più ovvia e cioè il richiamo alla libertà di opinione di cui all’art. 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
In un’epoca in cui l’informazione è sempre più di regime e sempre meno giornalisti e uomini di cultura esprimono voci fuori dal coro, ecco cercare di tappare la bocca anche a quei pochi che hanno il coraggio di esprimere la propria opinione senza rendere conto ad alcuno.
Concludo esprimendo tutta la mia solidarietà a Tomaso Montanari, che considero una bella persona, cioè una persona ricca di valori e pronta a battersi per gli stessi, senza scendere a compromessi.