Ho un oggetto in mano che mi ha spedito una delle persone che conosco che – credo – più ama le sfide. E’ un oggetto piccolo, fatto di fogli di carta rilegati attorno a una copertina marrone. Si intitola Il libro è quella cosa e l’ha scritto Nicola Gardini.
Sono poco più di cento pagine che puoi leggere in ordine o disordine, a tua madre che non sente più o a tuo figlio che si sta addormentando, o alla tua compagna (o compagno) che sta imbastendo i pacchetti di Natale. E’ un libro semplice che ti invita – no, scusate, intima – a pensare al valore dell’oggetto in sé, e al significato intimo che ha, ed ha assunto, nella vita di noi che siamo fatti di questa sostanza, anche.
Che cos’è il libro, dunque? Avevo preso sottogamba la cosa finché non ho ascoltato la mia amica Mila parlare fiera davanti a una parete in formato enciclopedia. Una libreria di quelle un po’ agèe, che però lei subito ha tenuto a raccontare: questa è la biblioteca di mio padre, un insegnante, una persona colta, la persona che ho stimato di più nella vita. Questa era la sua stanza. Questa era la sua parete. Un racconto che è amore, storia, orgoglio.
Mila ha conservato nella casa materna la stanza del padre che poi è sostanzialmente la stanza dei suoi libri. E c’è un passaggio che nel saggio di Nicola Gardini che spiega bene questo tema, della centralità delle nostre librerie.
“La libreria – scrive Gardini – è uno specchio che mi fa vedere tutte le mie facce in una volta. E’ uno specchio che contiene tutti i tempi della mia vita. O forse è semplicemente la mia vera faccia, che si compone in fotogrammi come in un film. Lì ho quattordici anni, lì venti, qua trenta… Più libri compro, più vivo”.
E’ così vero quello che scrive Gardini che quando ho fatto l’ennesimo trasloco, e sono finalmente riuscita a ritrovare tutti insieme i libri della mia vita, sono stata quasi commossa di poterli mettere tutti uno a fianco all’altro: era come ricomporre il puzzle della mia storia. Così come è vero che quando penso ai miei amici e alle loro case, penso alle loro librerie: librerie essenziali, confuse, librerie imperiose o librerie nascoste.
Che cos’è un libro, dunque. E’ la prima cosa che porti in una casa nuova. E’ l’ultima cosa che saluti la sera. E’ il tuo viaggio nel mondo, colui che fissa un’idea, e non è solo il testo scritto in quel libro lì, perché quelle pagine sono anche il diario della nostra vita mentre lo leggiamo. E infatti nel libro ci sono biglietti del treno, dell’aereo, del bus, piccoli post-it, annotazioni e pensieri, che non vanno mai separati dall’oggetto in sé. Vanno conservati.
Sul libro c’è scritta una cosa anche di te, anche se quel libro l’hai acquistato e mai letto. Un libro puoi anche trattarlo così. Lui non si offende, perché lo sa, che a ciascuno di noi, regala qualcosa di molto simile alla fiducia, alla nostalgia, alla speranza, all’immaginazione… Un libro è una presenza solida, a prescindere se l’hai consultato oppure no.
(Il libro è quella cosa, Garzanti Editore, 4,90 Eu)