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“Siamo in mutande”: 12 ristoratori di Brindisi in posa con slip e boxer in un calendario per aiutarsi e raccontare l’anno difficile a causa del Covid

Il ricavato della vendita andrà esclusivamente a chi è più in difficoltà in questo momento, tenuto conto che potrebbero essere complicati anche i primi mesi del 2021. All'interno ci sono 17 buoni da 10 euro da spendere per pranzo o cena (se dovesse essere possibile) all'interno dei locali che hanno aderito. "Abbiamo pensato di inventarci qualcosa che potesse dare quanta più voce possibile alla categoria ed essere anche utile per noi"

di Roberta Grassi

“Siamo rimasti in mutande”: fanno ironia, i ristoratori di Brindisi, ma fanno sul serio con lo scopo di raccogliere fondi per sostenere la categoria e soprattutto quelle attività che hanno maggiormente subito le conseguenze delle restrizioni anti-Covid. E per tenere accesi i riflettori sulle sofferenze di una delle categorie che ha pagato un prezzo alto per il diffondersi della pandemia. Si sono svestiti, lasciati fotografare in tenuta basic, solo con l’intimo addosso, all’interno delle proprie attività e ne è nato un calendario che verrà venduto a 20 euro e che contiene buoni per un totale di 170 euro per chi lo acquista. In tutti i casi il ricavato andrà ai titolari di locali della città, specie a coloro che peggio sono riusciti a fronteggiare le limitazioni, accompagnate dai ristori, in vigore ormai da settimane a ritmo altalenante: aperture contingentate, solo take-away o delivery, coprifuoco alle 18 e via dicendo.

Così, i ristoratori hanno costituito una associazione (lo avevano già fatto la scorsa estate) che si chiama Pani e Pesci e hanno realizzato un calendario. Sono 20 in tutto i partecipanti, solo 12 – uno per ogni mese – appaiono in boxer o simili sono ritratti in foto. Se n’è occupato il fotografo Dario Rovere, che ha realizzato gli scatti. Mentre il presidente, Cosimo Alfarano, ha coordinato il lavori. Il titolo dell’opera, il cui scopo principale è la beneficenza, è proprio “In mutande”. Eloquente, intende “sintetizzare – è scritto nel messaggio di presentazione – il contenuto dell’almanacco, dall’altro, con un gioco di parole, le condizioni critiche in cui versa l’economia”.

Gli esercenti hanno potuto presentare l’iniziativa nella sede del Comune di Brindisi, questa mattina. L’hanno illustrata nel dettaglio. “Durante questo lungo periodo di fermo per le nostre attività – spiega Alfarano – abbiamo pensato di inventarci qualcosa che potesse dare quanta più voce possibile alla categoria ed essere anche utile per noi. Avevamo pensato a un cestino natalizio da promuovere e vendere, ma poi abbiamo ritenuto invece che ci volesse qualcosa di più forte, per farci sentire e per dare voce ai nostri problemi”. Da qui l’idea del calendario, inizialmente accolta con un po’ di scetticismo, ma via via apprezzata e caldeggiata da tutti: “Ci sarebbe voluto qualche mese in più, tante sono state le adesioni”, racconta il presidente.

Ognuno dei protagonisti è stato fotografato all’interno del proprio ristorante, il cui nome è riportato in calce all’immagine. Il ricavato della vendita andrà esclusivamente a chi è più in difficoltà in questo momento, tenuto conto che potrebbero essere complicati anche i primi mesi del 2021. All’interno ci sono 17 buoni da 10 euro da spendere per pranzo o cena (se dovesse essere possibile) all’interno dei locali che hanno aderito.

Trovata insolita, insomma, con annesso anche l’intento di far emergere il grido di dolore di un settore che per buona parte ha saputo reinventarsi, ma che in molti casi ha dovuto subire delle gravi battute d’arresto. C’è chi sorseggia birra, chi impugna coltelli o matterelli, chi stappa gigantesche bottiglie di champagne, o parla con i pesci da servire accanto a un calice di vino. Mario ha in mano mestoli e scodelle, Christian la sua pala per la pizza. Imperativo categorico, le mutande, come i ristoratori si sentono dopo un anno di magra per le casse delle loro attività.

“Siamo in mutande”: 12 ristoratori di Brindisi in posa con slip e boxer in un calendario per aiutarsi e raccontare l’anno difficile a causa del Covid
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