Dopo il via libera dell’Ema arriva quello dell’Aifa per il vaccino Pfizer Biontech. Un composto sicuro ed efficace, assicurano i vertici dell’Agenzia italiana del farmaco, che vigileranno e monitoreranno nei prossimi mesi la campagna vaccinale. Informazioni importanti e dati sul vaccino sono stati illustrati in una lunga conferenza stampa con il presidente Giorgio Palù, e il direttore generale, Nicola Magrini. “Non esistono controindicazioni assolute ma solo cautele“.

Il vaccino potrà essere somministrato anche a persone immunodepresse o donne in gravidanza e durante l’allattamento ed è stato approvato dai 16 anni in su. “Non sono richieste accortezze particolari per sottopopolazioni specifiche né per anziani o immunodepressi, inclusi chi ha problemi di coagulazione del sangue o sanguinamento. Anche per la gravidanza e allattamento, che si era detto potessero essere controindicazioni assolute, non lo sono, perché anche in questo caso i benefici superano i rischi” ha spiegato Magrini. “Oggi è disponibile un vaccino con un margine di sicurezza elevatissimo, intorno al 95%” ha sottolineato Palù. Una percentuale di sicurezza che si trova solo nei vaccini del morbillo e della rosolia. “Avessimo vaccini con questa efficacia. Il 100% in natura non esiste“.

Un altro aspetto positivo riguarda la capacità del farmaco di impedire la trasmissione del virus: “L’indicazione che sta arrivando è che i vaccini inducono immunità sterilizzante e questa è un’altra buonissima notizia”, ha spiegato Palù. Oltre a proteggere dalla malattia Covid, evitano un’infezione asintomatica e rendono il soggetto non contagioso. Queste, ha quindi specificato, sono “osservazioni preliminari e andranno confermate da evidenze”.

Sull’efficacia Palù, virologo e past president della Società europea di virologia e professore emerito dell’università di Padova, rispondendo a una domanda sulla cosiddetta variante inglese ha spiegato che “la piattaforma a mRna (quella usata per sviluppare i vaccini Pfizer e Moderna, ndr) è facilmente modulabile e, nel caso il virus dovesse evolvere in maniera tale da superare le difese immunitarie, ha un vantaggio rispetto alle piattaforme tradizionali con virus vivo o ucciso o basate su proteine ricombinanti. È infatti una piattaforma che permette di essere modulata e costituirà la base per futuri vaccini, non solo in ambito infettivologico, ma anche anticancro“.

Alla domanda se ci si può ammalare tra una somministrazione e l’altra (tra la prima e la seconda dose passeranno 21 giorni) Magrini ha risposto: “Dalle prime evidenze gli anticorpi si sviluppano dopo 6-7 giorni: è un’evidenza rara che ci si possa ammalare nei primi giorni dopo la prima dose. Si tratta di una possibilità remota”. E in ogni caso, l’infezione non sarebbe grave. L’Aifa ha istituito un comitato tecnico scientifico sui vaccini. Sono previsti quindi programmi di farmacovigilanza attiva con richiamo dei pazienti ed sms nel corso del 2021 con capacità di analisi a 3, 6 e 9 mesi per capire la risposta immunitaria nella popolazione italiana. “L’Italia vedrà studi specifici il prossimo anno su diverse popolazioni per sapere la risposta complessiva e si valuterà sia l’efficacia sia le reazioni avverse definite tali“. Magrini ha quindi spiegato che che “ci saranno studi su pazienti in dialisi, nelle rsa e sulle donne in gravidanza“. E dei pazienti con la Sla ha detto: “Possono e devono essere vaccinati”.

“L’Aifa ha appena dato l’ok al vaccino Pfizer Biontech dopo l’approvazione di Ema a livello europeo. Il 27 Dicembre, in tutte le regioni italiane, inizieranno le prime vaccinazioni al personale sanitario e agli anziani delle Rsa. È ancora dura, ma ora abbiamo un’arma in più. Forza” scrive il ministro della Salute Roberto Speranza in un post su Facebook. Per le fasi dei prossimi 2-3 mesi la somministrazione del vaccino sarà coordinata e somministrata dalla struttura commissariale e dalle Regioni per operatori sanitari e ospiti delle Rsa su specifiche liste regionali. In seguito, con medici di famiglia, si vedrà come fare, ma nei prossimi mesi non ci sarà un meccanismo di prenotazione ma di chiamata” ha quindi spiegato Magrini. A vaccinare contro il Covid-19 in Italia “si inizierà domenica con un gruppo limitato di operatori sanitari. Poi saranno tutti gli operatori sanitari, circa un milione, nel mese di gennaio, ad essere vaccinati. Quindi le persone nelle Rsa, per un analogo volume di popolazione. Successivamente le popolazioni a rischio, anziani o soggetti con specifiche patologie – ha illustrato Magrin – Il 27 è il V-day a livello europeo: anche questo è un grande passo avanti, in termini simbolici per il sentirsi parte di una grande comunità, nell’ambito di una pandemia globale”.

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