Dal 7 gennaio riprenderanno le lezioni in presenza a scuola, anche per gli studenti delle superiori. Lo ha annunciato il presidente dell’Anci (l’Associazione nazionale comuni italiani), Antonio Decaro, al termine della riunione con governo, Regioni e province sulle “Linee guida” per la ripresa in sicurezza dell’anno scolastico. “È un bene per tutti, senza distinzioni. Lavoriamo per assicurare le migliori condizioni possibili e per garantire sicurezza ai ragazzi e tranquillità alle loro famiglie”, ha dichiarato Decaro. La decisione, fortemente voluta dall’esecutivo per permettere a tutti gli studenti italiani di concludere l’anno in presenza (e non solo ai bambini di elementari e medie), è stata presa dopo che nelle scorse settimane è stato avviato a livello provinciale un tavolo con prefetture ed enti locali per trovare soluzioni al problema dei trasporti e degli orari di ingresso a scuola.

L’obiettivo, ha chiarito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un’intervista a Porta a Porta, è quello di “coordinarsi e trovare soluzioni flessibili. Ho raccomandato perché ci sia un’apertura differenziata scuola per scuola, paese per paese. È l’unica possibilità che abbiamo per evitare criticità che si concentrano anche sui trasporti”. Il piano prevede che, almeno all’inizio, per le scuole superiori di secondo grado si riparta con una “didattica al distanza almeno al 50 per cento“, ha concluso il premier. Percentuale che poi la Conferenza Unificata ha confermato: “L’intesa raggiunta sul rientro a scuola in presenza degli studenti delle superiori al 50% è il risultato positivo della della collaborazione tra Governo, Regioni, Province e Comuni”, ha dichiarato il Presidente dell’Unione delle province italiane Michele de Pascale. Soddisfatta la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che su Twitter scrive: “Studentesse e studenti delle scuole secondarie finalmente potranno tornare a scuola. Ce lo avevano chiesto. È giusto che possano farlo grazie all’impegno di tutte le istituzioni coinvolte“.

Nella bozza delle Linee guida messa a punto da esecutivo ed enti locali si legge innanzitutto che devono essere riprogrammati i servizi di trasporto pubblico locale e regionale e il conseguente fabbisogno di servizi aggiuntivi da attivare per garantire il corretto svolgimento dell’anno scolastico. Il documento prevede anche la messa a punto di un Piano operativo “finalizzato a garantire l’applicazione rapida e tempestiva dei protocolli sanitari relativi alle modalità di screening della popolazione studentesca“. Oltre a questo, si ipotizza di coinvolgere le autorità sanitari militari per gestire al meglio il tracciamento degli alunni contagiati. L’accordo prevede anche la realizzazione di un sistema di comunicazione rapido e efficace attraverso cui le scuole “sappiano con precisione quali studenti o unità di personale debbano essere posti in quarantena, per quanto tempo e con quali modalità di rientro a scuola”.

Qualora i contagi dovessero tornare a salire, inoltre, una eventuale sospensione o limitazione delle attività didattiche in presenza dovrà essere prevista “come misura residuale e disposta unicamente sulla base di evidenze scientifiche”, si legge nella bozza. Da parte sua il governo si impegna a incrementare – si legge ancora nel testo – “il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa per il riconoscimento del salario accessorio al personale Ata, al fine di garantire il proseguimento del funzionamento delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado anche nelle ore pomeridiane“.

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Ritorno a scuola il 7 gennaio, da Milano a Roma ecco il piano finale dei prefetti: orari di ingresso scaglionati, più bus e controlli

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