Le prime dosi, simboliche, arriveranno in Italia tra Natale e Santo Stefano in tempo per permettere al nostro Paese di partecipare al Vaccine day europeo del 27 dicembre. Ma dal giorno dopo “l’azienda manderà altre 450mila dosi per cominciare la prima fase della campagna di somministrazione di massa“. Lo ha annunciato il commissario all’Emergenza Domenico Arcuri, sciogliendo gli ultimi dubbi sull’effettiva data di partenza del Piano vaccini. Pfizer, ha aggiunto, “spedirà le fiale direttamente nei 300 punti di somministrazione scelti con Regioni e province autonome”, così come previsto dall’accordo stipulato a livello europeo. Per il V-Day, invece, per motivi logistici e di tempi toccherà all’esercito distribuire le prime 9.750 dosi alle Regioni, le quali “avranno 4 giorni di tempo per la somministrazione, dal momento che il farmaco non può durare più di così a certe temperature. Ma credo che accadrà prima”.
Arcuri ha poi garantito che per il farmaco “non ci saranno corsie preferenziali, arriverà il turno per tutti gli italiani che vorranno vaccinarsi. Useremo tutte le modalità di comunicazione, da quelle tradizionali a quelle più innovative, ma chiediamo agli italiani di non agitarsi, di non appellarsi, di non cercare scorciatoie. Tutti sapranno per tempo dove andare a farsi il vaccino e quando”. A fine gennaio, inoltre, a ridosso dell’inizio della seconda fase della campagna di vaccinazione, partirà “una campagna di comunicazione molto invasiva e speriamo molto persuasiva sulle vaccinazioni. Avremo un call center, un sito. Soprattutto le persone fragili dovremo contattarle noi e con il sistema sanitario regionale”, ha chiarito il commissario, specificando però che il vaccino anti-Covid resterà non obbligatorio e gratuito per tutti.
Per quanto riguarda i progressi nella realizzazione del Piano vaccini, Arcuri ha annunciato che sono già “19.400 i medici e gli altri sanitari” che si sono candidati per lavorare alla campagna vaccinale, “un risultato davvero confortante, speriamo di iniziare presto le selezioni“. Le siringhe, gli aghi e il diluente acquistati con procedura pubblica sono invece in corso di distribuzione nelle Regioni. Durante la conferenza stampa il commissario si è soffermato proprio sulle siringhe, cercando di sgombrare il campo dalle polemiche sollevate negli ultimi giorni da alcuni articoli usciti sui quotidiani. A chi lo accusa di aver acquistato un modello troppo costoso e non necessario per il farmaco Pfizer (le cosiddette siringhe “Luer lock“), Arcuri ha replicato che nelle Faq pubblicate proprio oggi dall’Aifa si consiglia di ricorrere alle Luer lock per la somministrazione. Il motivo, ha aggiunto, è che oltre a una maggiore sicurezza permetteranno di non disperdere nemmeno una goccia delle fiale, dal momento che presto l’azienda produttrice potrebbe consigliare di ricavare da ciascuna boccetta non più 5 dosi, ma “6 o addirittura 7”. Un dettaglio non da poco, dal momento che se fosse confermato permetterebbe di vaccinare prima un maggior numero di italiani.