La variante inglese del coronavirus potrebbe essere in Italia già da settimane. Sembra confermarlo un caso di positività alla nuova sequenza del virus accertato a Loreto, in provincia di Ancona: stando a quanto riferisce il Corriere Adriatico, la persona risultata positiva non ha avuto collegamenti diretti con cittadini tornati dal Regno Unito né è stata di recente su suolo britannico. Si è sottoposta a tampone molecolare venerdì scorso insieme alla famiglia perché aveva un forte raffreddore e ora è in isolamento. Il Resto del Carlino ora fa sapere che l’intero nucleo familiare (composto da tre persone) è risultato positivo alla mutazione. Si tratta del secondo episodio dopo quello accertato a Roma, anche se il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – intervistato a Porta a Porta – non esclude che l’aumento dei contagi registrato in Veneto nelle ultime settimane possa essere legato proprio al ceppo inglese.
L’ipotesi del premier – “Ora spunta una variante inglese che corre molto più veloce, di uno 0.70 in più, e spiegherebbe molte cose”, ha dichiarato il premier su Rai1, durante la registrazione del programma di Bruno Vespa che andrà in onda stasera. “Ma non voglio avanzare ipotesi. In Veneto stranamente i dati stanno crescendo, dobbiamo capire come e perché“, ha aggiunto, riferendosi al fatto che la Regione guidata da Luca Zaia mostra un andamento della curva epidemica in totale controtendenza rispetto al resto d’Italia.
Il contagio nelle Marche – Restando ai casi accertati nelle Marche, il Corriere Adriatico spiega che la sequenza parziale è stata individuata dal Laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona. Ora il direttore del Laboratorio, Stefano Menzo, conferma all’Ansa che “nel frattempo abbiamo approfondito gli accertamenti. “Abbiamo svolto un sondaggio tra i campioni raccolti nell’ultima settimana e abbiamo individuato non l’intero genoma virale, ma una sequenza parziale – spiega lo specialista – Dalla piccola porzione abbiamo il fondato sospetto che si tratti della variante inglese, anche se per isolare il virus servirà ancora qualche giorno“. L’ipotesi, quindi, è che la mutazione possa essere in circolazione da tempo e che si sia già trasmessa ad altri cittadini da persone rientrate dalla Gran Bretagna prima che scattasse l’allarme internazionale. Ulteriori dettagli potrebbero arrivare dall’Asl marchigiana, che ha avviato un’indagine epidemiologica per tracciare la mappa del contagio a partire dal caso di Loreto.