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Zlatan Ibrahimovic racconta il covid-19: “Parlavo con la casa, davo i nomi ai muri. Diventa un fatto mentale”

Intervistato dal Corriere della Sera, l'attaccante ha parlato del suo Milan ma anche del virus che lo ha colpito

di F. Q.

Lui è infortunato ma il suo Milan è in vetta alla classifica di Serie A. Zlatan Ibrahimovic si è raccontato al Corriere della Sera: “Intanto dobbiamo cominciare bene il 2021. Poi andare avanti una partita alla volta, come fosse allo stesso tempo la prima e l’ultima della vita. Lo dico in un altro modo? Avere voglia. Di più, avere fame: sempre, tutti i giorni, ogni momento. La squadra deve avere il coraggio di sognare. E io dico che può e vuole fare ancora di più“. Ma non è stata un’intervista centrata solo sul calcio. Perché l’attaccante ha passato un 2020 alle prese, come tanti altri, col covid-19, che non ricorda certo con piacere: “Mal di testa, non fortissimo ma fastidioso, una cosa tosta. Ho anche perso un po’ il gusto. E stavo lì tutto il tempo, a casa, incazzato, non potevo uscire, non mi potevo allenare bene. Stare fermo è terribile. A un certo punto parlavo con la casa e davo i nomi ai muri. Diventa un fatto mentale. Ti fissi e ti immagini tutti i mali addosso, anche quelli che non hai. Una sofferenza per quello che senti e per quello che pensi di sentire”.

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