Zhuang Chuxian, 26 anni, ricorda quanto fosse entusiasta quando ha ricevuto la sua prima “mystery box” decorata con la bambola Sonny Angel: all’interno vi trovò una statuetta a forma di pecora. Da allora sono passati cinque anni e ha collezionato oltre 30 statuette con soggetti vari: “Mi piace il modo in cui sono perfettamente disposte sulla mia scrivania e sul davanzale. Tirano fuori la bambina che è in me”, ha raccontato la giovane, spiegando che quella prima statuetta a forma di pecora è diventata per lei una sorta di “talismano”, da cui non si separa mai e che ha portato con sé sia quando studiava all’estero che nei suoi viaggi, “come una buona compagna”.
Zhuang Chuxian è una dei tantissimi giovani cinesi che negli ultimi anni si sono appassionati alle cosiddette “scatole misteriose”, delle scatole appunto, con all’interno una sopresa. Semplici ma sempre sorprendenti, chi le acquista non sa mai cosa troverà all’interno della sua “mystery box”, una “ricompensa variabile” che promette ulteriore divertimento: alcuni possono trovare un statuetta ricercata, altri no; tutto dipende dalla fortuna.
Le “mystery box”, o “blind box”, sono una sorta di versione “2.0” delle sorprese nascoste nell’uovo di Pasqua e dei tradizionali sacchetti della fortuna giapponesi: in Cina sono arrivate da qualche anno e ultimamente stanno letteralmente spopolando, soprattutto tra i giovani della generazione Z, ovvero quelli nati tra la metà degli anni Novanta e i primi anni Duemila.
Secondo un rapporto pubblicato da MobTech, una piattaforma tecnologica di data intelligence, i consumatori primari di “mystery box” sono le impiegate e gli studenti universitari della generazione Z nelle città di primo livello, con il 62,6% di acquirenti di sesso femminile. Il rapporto stima che il mercato delle “mystery box” del Paese supererà i 30 miliardi di yuan (circa 4,59 miliardi di dollari) entro il 2024.
