Un'indagine dell'Onu mostrano i drammatici effetti sulle fasce più deboli della popolazione della pandemia. Colpite soprattutto le donne. Per effetto del Covid-19 e delle differenti velocità di ripresa delle rispettive economia la Cina potrebbero superare gli Usa con cinque anni di anticipo
Nel 2020 la disuguaglianza tra ricchi e poveri è aumentata sensibilmente. I primi, possessori della quasi totalità degli asset finanziari, favoriti dalle spinte all’economia e ai mercati di governi e banche centrali, i secondi alle prese con un incremento della disoccupazione che falcidia i redditi da lavoro. A dirlo, buon ultima è anche l’Organizzazione delle nazioni unite secondo cui il Covid, ha aumentato nel mondo la disoccupazione, la fame, il numero di persone che hanno bisogno di aiuti alimentari, di bambini che non andranno più a scuola. Quella che stiamo vivendo “non è solo una crisi sanitaria globale, ma è anche una grave crisi economica e del lavoro che ha un enorme impatto sulle persone”, ha dichiarato il direttore generale dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, Guy Ryder. Le Nazioni Unite prevedono, infatti, che nel 2021 saranno 235 milioni le persone bisognose di assistenza umanitaria. Questo aumento di circa il 40% rispetto al 2020 è quasi interamente una conseguenza della pandemia.
L’impatto maggiore della crisi che il mondo attraversa, poi, grava sulle donne, il cui tasso di povertà è aumentato di oltre il 9 per cento, invertendo decenni di progressi per sradicare la povertà estrema. Per superare tutto ciò serve, secondo l’Onu, un ‘New deal‘. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres ritiene che i livelli di povertà e disuguaglianza osservati quest’anno siano tutt’altro che inevitabili e un mondo più giusto sia ancora possibile, indipendentemente dagli shock acuti che possono arrivare, come il covid-19. Dunque Guterres ha espresso la speranza che la pandemia possa innescare le trasformazioni necessarie per rafforzare i sistemi di protezione sociale. Il mondo, secondo il capo delle Nazioni Unite, ha bisogno di un New Deal globale “in cui potere, risorse e opportunità siano meglio condivisi ai tavoli decisionali internazionali” e in cui “i meccanismi di governance riflettano meglio le realtà di oggi”.
In molti stati, dalla Gran Bretagna alla Spagna, passando per California ed Argentina si torna a ragionare, o ad applicare, un prelievo sulle grandi ricchezze per far fronte agli sforzi finanziari legati alla pandemia. Il Fattoquotidiano.it ha lanciato una petizione, ormai a quota 70mile firme, per spingere il Parlamento a valutare l’introduzione un’imposta su ricchezze superiori ai 50 milioni di euro. Un prelievo che riguarderebbe in Italia meno di 3mila persone ma potrebbe generare un gettito fino a 10 miliardi di euro.
Tra le conseguenze economiche del Covid-19 potrebbe esserci anche un’ accelerazione delle tempistiche per il sorpasso della Cina sugli Usa in termini di dimensioni del Prodotto interno lordo. Secondo il Centre for Economics and Business Research, il sorpasso potrebbe arrivare già nel 2028, ossia 5 anni prima di quanto sinora stimato. Senza dimenticare che la Cina ha una popolazioni pari a circa 4 volte quella degli Stati Uniti, quindi in termini di Pil pro-capite la distanza tra i due paesi rimane siderale. La Cina, secondo le stime, crescerà quest’anno del 2%, l’unica grande economia a crescere. Il Pil americano si contrarrà invece nel 2020 del 5%, consentendo così a Pechino di accorciare le distanze. Complessivamente il Pil mondiale, è la stima del Cebr, calerà quest’anno del 4,4%, in quella che è la maggiore contrazione annuale dalla seconda guerra mondiale.