“Il vaccino è un miracolo della scienza e dimostra che quando c’è unità di intenti nello stanziare fondi per la ricerca si possono avere risultati straordinari”. Il professor Raffaele Bruno è uno dei primi medici che oggi riceveranno il vaccino anti Covid. Dirige il reparto di Malattie Infettive al Policlinico San Matteo di Pavia e insieme alla sua equipe a febbraio ha curato il “cosiddetto paziente uno”. “Se mi avessero detto in quei giorni che a dicembre sarebbe stato disponibile un vaccino non ci avrei creduto – racconta ripensando ai momenti più duri della prima ondata – oggi mi vaccino perché è un dovere deontologico. Non è un problema di sanità individuale, ma di sanità pubblica: se io sono protetto proteggo anche gli altri”. Secondo il professore i vaccini in generale hanno portato vantaggi per la salute pubblica “paragonabili a quelli dell’acqua potabile”, ma al tempo stesso fino a quando non ci sarà una vaccinazione di massa “non bisogna abbassare la guardia”. E se gli si chiede quale sia stata una delle lezioni della pandemia non ha dubbi: “L’importanza della ricerca. Noi siamo un Paese che purtroppo investe poco in ricerca. Ma nonostante ciò siamo tra quelli che produciamo di più perché abbiamo ricercatori di grandissima qualità. Se solo avessero la possibilità di avere più supporto, l’Italia potrebbe diventare davvero leader nel mondo della ricerca”.

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