Scienza

Vaccino Covid, alcuni punti fermi ci sono. Un consiglio: facciamolo!

In questi giorni si parla tantissimo di vaccinazioni anti-Covid. Da un lato la speranza di sconfiggere questa pandemia che ha cambiato la nostra quotidianità, dall’altro la paura, puntuale e inevitabile, di qualcosa presentata come nuova, unica, “non provata”. In realtà, come spesso accade, ci facciamo prendere dal panico ogni volta che affrontiamo qualcosa di sconosciuto che pensiamo di non poter controllare. Succede sempre.

Quando apparvero i primi cavi elettrici furono create associazioni contro l’elettricità e non mancavano santoni e annunci apocalittici che mettevano in guardia la gente da quella diavoleria, l’elettricità appunto, che scorreva in quei cavi. Conoscere meglio un argomento quindi può aiutarci ad averne confidenza e fiducia.

Partiamo dai nuovi vaccini. Nuovi fino a un certo punto. Ovviamente il loro scopo è identico da sempre: creare una risposta immunitaria che protegga il vaccinato dalla malattia. Per fare questo serve qualcosa che susciti questa risposta immunitaria. Nei vaccini che facciamo da decenni si usano parti di batteri o virus, o virus interi ma inattivati, resi inoffensivi. Il nostro sistema immunitario li riconosce, forma degli anticorpi e così, in caso di contatto con il virus (o il batterio) è già pronto, lo attacca ed evita la malattia.

Un sistema geniale che ha salvato tantissime vite ed evitato dolori e sofferenze terribili. Lo scopo di questi nuovi vaccini è lo stesso, usare una parte del virus Sars-Cov-2 (il famigerato “Coronavirus”, quello che causa il Covid) per creare gli anticorpi che ci proteggeranno dall’eventuale malattia.

Cosa cambia? Un piccolo particolare, frutto del progresso scientifico. Normalmente, come detto, la parte di virus usata per creare gli anticorpi è iniettata direttamente con il vaccino, in questo caso si inietta un codice che fa creare questa parte del virus alle nostre stesse cellule. Il nostro sistema immunitario, quando le cellule hanno creato questa parte del virus, forma gli anticorpi ed eccoci vaccinati.

Questa tecnologia è un vero miracolo della scienza, anche perché potrà essere usata per curare malattie anche gravi, persino i tumori. Ma restiamo al Coronavirus.

In un tipo di vaccino oggi disponibile la “parte” del virus (è una proteina, quella che permette al virus di infettare le nostre cellule) è in un codice, trasportato da capsule che si dissolvono dopo essere entrate nelle nostre cellule; in un altro vaccino si usa un virus inattivo, che fa da “trasportatore” (si dice “vettore”). In ogni caso il nostro sistema immunitario produce gli anticorpi verso questa proteina e così ci protegge.

Questi vaccini funzionano? Non abbiamo tantissimi dati, qualche studio sì. Provati su migliaia di individui, sembra che questi vaccini proteggano dalla malattia. Qualche dubbio lo abbiamo sulla durata di questa protezione, sulla possibilità di evitare solo la malattia (i sintomi, la gravità) o anche l’infezione, la contagiosità; ma la protezione sembra efficiente. E poi la sicurezza.

Nei test effettuati su queste migliaia di volontari non sono emersi effetti collaterali gravi o inaspettati. Certo, la sperimentazione non è durata anni e non possiamo sapere (anche se non c’è motivo per temerlo) se a lungo termine, negli anni, ci possano essere effetti imprevisti ma questo succede per tutti i farmaci, anche per quelli (e di esempi ne abbiamo continuamente) usati per decenni e sui quali abbiamo molta esperienza.

Tirando le somme. Dal punto di vista scientifico questi vaccini sono una conquista eccezionale da guardare con ammirazione; nell’uso pratico (cosa che succede in tutti i farmaci) si deve sempre fare un bilancio rischi-benefici. Nel caso di questi vaccini i rischi sono teoricamente bassissimi, non emergono dati preoccupanti e plausibilmente non emergeranno. I benefici sono invece elevatissimi. Sembrano molto efficaci e sembrano proteggere dalla malattia. Poi ci sono tante altre domande.

Si parla di una nuova variante del virus (cosa che, se si parla di virus, è praticamente normale) ma sembra che questo non cambierà nulla nell’efficacia del vaccino (è una mutazione minore, non fondamentale); si dice che questo vaccino possa “mutare il nostro Dna”, sciocchezza diffusa da persone che hanno saltato l’esame di genetica o alcune pagine di biologia, le prime che si studiano per diventare medico.

Si dice che in giro per il mondo ci siano persone morte dopo la vaccinazione, altra sciocchezza senza riscontri, però posso rivelarvi che nel mondo ci sono persone morte dopo il pranzo di Natale, perché le coincidenze esistono.

Insomma, si dicono tante cose. Io, come faccio sempre, ho studiato e sto studiando questi vaccini. Certo, mi piacerebbero tanti altri dati ma per ora mi accontento di quelli che ho e penso che mi vaccinerò. A monte di questo ci sono le autorizzazioni delle autorità sanitarie (Fda, Ema, Aifa) che hanno ben altri dati e hanno valutato seriamente efficacia e sicurezza di questi farmaci.

Insomma, direi che alcuni punti fermi li abbiamo. Se posso dirlo in maniera confidenziale, tanto non ci sente nessuno: vacciniamoci. Questa malattia, nonostante quello che dicono santoni, ciarlatani e finti candidati al premio Nobel, è una brutta cosa, molto insidiosa e subdola e non vale la pena morire (sì, ho visto morire per questa malattia) per aver seguito i consigli di orchidea68 su Facebook.