Un salvataggio in zona Cesarini che fa tirare un sospiro di sollievo anche al mondo dell’auto: il riferimento è all’agognato accordo commerciale raggiunto dalla UE con il Regno Unito, lo stesso che farà schivare ai rispettivi mercati la temuta hard Brexit e tutte le complicanze annesse. Le case costruttrici hanno accolto con favore il raggiungimento dell’accordo.
In particolar modo l’Acea, l’associazione che rappresenta l’industria europea delle quattro ruote, sostiene che il deal consentirà al settore di evitare effetti potenzialmente catastrofici: “L’impatto di una Brexit senza accordo sull’industria automobilistica dell’UE sarebbe stato semplicemente devastante”, ha dichiarato il direttore generale dell’Acea, Eric-Mark Huitema.
L’accordo pone anche fine all’incertezza di molti costruttori che hanno sedi strategiche e industriali oltremanica, come Nissan, Toyota e Honda, che insieme costruiscono quasi la metà delle auto prodotte nel Regno Unito. E che avevano avvertito le autorità che avrebbero dovuto lasciare la Gran Bretagna se l’hard Brexit avesse comportato nuove barriere commerciali verso il continente, potenzialmente capaci di rendere il business non redditizio.
Tuttavia, l’Acea ha chiarito di non poter effettuare una valutazione completa sulle regole del nuovo accordo fino a quando tutti i dettagli tecnici non saranno resi pubblici: “Solo in quella fase sarà chiaro se l’accordo riflette pienamente gli interessi dei produttori di auto dell’UE e delle loro catene di fornitura”. Sono circa 3 milioni i veicoli che vengono scambiati ogni anno tra l’UE e il Regno Unito – per un valore di circa 54 miliardi di euro – e il commercio attraverso la Manica di componenti automobilistici vale quasi 14 miliardi di euro.
“Ora è importante comprendere in modo dettagliato le regole che verranno applicate e creare una transizione il più agevole possibile, massimizzando la flessibilità man mano che le aziende si adatteranno al nuovo ambiente commerciale”, ha ribadito il presidente di Ford Europa Stuart Rowley ad Autonews.