Dopo la grande nevicata di questi giorni pare che Franceschini, Boccia e Speranza abbiano chiesto al premier Giuseppe Conte una riunione urgente per emanare nuovi provvedimenti contro gli assembramenti davanti alle finestre per fotografare le strade innevate. Sembrerebbe che il nuovo provvedimento consentirà solo un pupazzo di neve a famiglia con apposita autocertificazione.
Scherzi a parte, ed è bene sottolinearlo onde evitare che qualcuno ci creda, la gestione di questa pandemia è la fotocopia esatta dello stato della classe politica che ci governa e dei due maggiori partiti che compongono il governo Conte.
Un premier, che come direbbero i grillini, non è eletto da nessuno e che quindi non avrebbe una legittimazione del popolo. Ma, ben sapendo che al contrario dell’ipocrisia grillina, Conte è legittimato dalla Costituzione il problema è un altro.
Conte, narcisista fiero e convinto, appare sempre più orientato a fare un proprio partito. Lo ha rilevato ieri Goffredo Bettini in un’intervista alla Stampa. Ma non basta Dario Franceschini, quello che alle ultime elezioni ha perso nel proprio collegio elettorale, ha proclamato Conte il futuro candidato premier anche per il Pd. Con buona pace delle vecchie regole del Partito democratico e dei suoi militanti ed elettori.
Insomma, un Pd ormai alla deriva del vuoto cosmico del grillismo. Un partito sempre più formato da personaggi senza alcuna rappresentanza democratica che cercano con bramosia di conservare le proprie poltrone di governo.
Un Pd che non ha una linea politica chiara. Che non riesce ad avere una visione reale del Paese e che è costretto ad inseguire un premier per caso con idee e programmi inesistenti ma utili – a mio parere – solo ai propri fini politici. Un Pd che sembra non avere più neanche un proprio dibattito interno e democratico. Andato via il cattivo Renzi tutto si è fermato.
Nessuna discussione reale di quello che il governo sta portando avanti in maniera solitaria. Scelte e decisioni importanti calate dall’alto o già indicate dai suoi alfieri.
Un Pd dove il proprio leader è completamente assente ed inesistente. Un Pd dove sul territorio è completamente scomparso. Un Pd che non ha il coraggio di mettere un freno all’egocentrismo e alla fame di potere del miracolato Conte e non ha soprattutto l’autorevolezza per farlo.
Questo il quadro Pd. I 5Stelle, miracolati del posto fisso, per non perdere la poltrona hanno già dimostrato di poter essere alleati sia con la Lega e sia con il vecchio odiato Pd e Renzi. Hanno votato con Salvini i decreti sicurezza e con il Pd li hanno tolti. Insomma non hanno una coerenza politica da seguire e soprattutto un ideale da perseguire.
Volevano aprire il Parlamento come una scatola di tonno ed invece sono diventati l’emblema della casta. Di Maio diventato il perfetto democristiano, utile per tutte le stagioni.
Per questo motivo non voteranno mai per perdere la loro poltrona prima del tempo.
E poi infine c’è Italia Viva e il suo leader Renzi. Un nuovo partito nato subito dopo il via libera al secondo governo Conte. Voluto dal senatore di Firenze per evitare che Salvini potesse prendere pieni poteri e portasse l’Italia verso alleanze antieuropeiste e filo russe. Il tutto mettendo da parte offese e insulti ricevuti negli anni da parte dei grillini.
Questa la situazione politica reale. E veniamo alla situazione relativa all’emergenza sanitaria. Una situazione difficile per ogni Paese ma con mille modi per essere gestita.
Per prima cosa evitiamo paragoni con altri Stati perché sarebbero sempre parziali e privi di contestualizzazioni simili. L’Italia è arrivata all’emergenza con un sistema sanitario vecchio, obsoleto e non funzionale. Il tutto con un piano pandemico fermo al 2006. I maggiori esponenti dei principali partiti, vedi Zingaretti e Salvini hanno completamente sottovalutato il problema. Stessa cosa molti esperti. Il governo oltre a chiudere tutto per la prima ondata non poteva fare. Poi, però, sono arrivati i grandi sbagli e si è vista la poca capacità organizzativa e la poca lungimiranza. Saltiamo fino ad arrivare ad oggi. Il vaccino è pronto alla distribuzione. Il tutto mentre l’Italia è bloccata ancora una volta e le attività sono chiuse. Renzi lo ha detto mille volte e oggi presenterà la proposta di Italia viva per il Recovery plan.
Proposte concrete non commissari straordinari al posto dei ministri.
Ma oltre a questo troppi sono ancora i problemi da risolvere. Innanzitutto non si capisce in quale maniera avverrà la vaccinazione e i suoi tempi. Ben sapendo che ogni giorno perso sarà un danno enorme alla collettività. Chi e come si potrà vaccinare? E soprattutto, avendo il governo (sempre una parte) deciso che il vaccino è facoltativo e non obbligatorio, come si potrà avere una vaccinazione veloce e mirata della popolazione? Perché se è vero che per tutelare la nostra salute e quella degli altri siamo costretti a stare in casa, a chiudere le nostre attività, a non vedere i nostri amici, a non poterci divertire legittimamente, per quale motivo il vaccino non deve essere obbligatorio?
Per quanto altro tempo ancora vorremmo stare in casa ed impedire ai cittadini di poter lavorare tranquillamente e ritornare alla normalità? Non vorrei credere che il problema sia di certi grillini della prima ora, vecchi sostenitori dei no vax.
Insomma il governo deve essere capace di decidere e in fretta. Altrimenti è bene che venga sostituito anche con il voto. Ma sappiamo benissimo che altre maggioranze in Parlamento si potranno trovare. Ed è forse l’occasione giusta per un vero governo di unità nazionale che faccia in fretta e bene per le sorti del Paese. Dove non ci saranno più comunicazioni di Palazzo Chigi stile Grande Fratello, dove non ci sarà un premier che vuole accentrare sempre più potere, dove non ci saranno ministri che non rappresentano neanche un condominio e dove magari ci sarà la competenza al posto dell’ottusità.
Il vaccino è la soluzione alla pandemia ma servono veri politici per risolverla.
Andrea Viola
Italia Viva Sardegna, avvocato e consigliere comunale
Politica - 28 Dicembre 2020
La pessima gestione della pandemia è la fotocopia della classe politica che governa
Dopo la grande nevicata di questi giorni pare che Franceschini, Boccia e Speranza abbiano chiesto al premier Giuseppe Conte una riunione urgente per emanare nuovi provvedimenti contro gli assembramenti davanti alle finestre per fotografare le strade innevate. Sembrerebbe che il nuovo provvedimento consentirà solo un pupazzo di neve a famiglia con apposita autocertificazione.
Scherzi a parte, ed è bene sottolinearlo onde evitare che qualcuno ci creda, la gestione di questa pandemia è la fotocopia esatta dello stato della classe politica che ci governa e dei due maggiori partiti che compongono il governo Conte.
Un premier, che come direbbero i grillini, non è eletto da nessuno e che quindi non avrebbe una legittimazione del popolo. Ma, ben sapendo che al contrario dell’ipocrisia grillina, Conte è legittimato dalla Costituzione il problema è un altro.
Conte, narcisista fiero e convinto, appare sempre più orientato a fare un proprio partito. Lo ha rilevato ieri Goffredo Bettini in un’intervista alla Stampa. Ma non basta Dario Franceschini, quello che alle ultime elezioni ha perso nel proprio collegio elettorale, ha proclamato Conte il futuro candidato premier anche per il Pd. Con buona pace delle vecchie regole del Partito democratico e dei suoi militanti ed elettori.
Insomma, un Pd ormai alla deriva del vuoto cosmico del grillismo. Un partito sempre più formato da personaggi senza alcuna rappresentanza democratica che cercano con bramosia di conservare le proprie poltrone di governo.
Un Pd che non ha una linea politica chiara. Che non riesce ad avere una visione reale del Paese e che è costretto ad inseguire un premier per caso con idee e programmi inesistenti ma utili – a mio parere – solo ai propri fini politici. Un Pd che sembra non avere più neanche un proprio dibattito interno e democratico. Andato via il cattivo Renzi tutto si è fermato.
Nessuna discussione reale di quello che il governo sta portando avanti in maniera solitaria. Scelte e decisioni importanti calate dall’alto o già indicate dai suoi alfieri.
Un Pd dove il proprio leader è completamente assente ed inesistente. Un Pd dove sul territorio è completamente scomparso. Un Pd che non ha il coraggio di mettere un freno all’egocentrismo e alla fame di potere del miracolato Conte e non ha soprattutto l’autorevolezza per farlo.
Questo il quadro Pd. I 5Stelle, miracolati del posto fisso, per non perdere la poltrona hanno già dimostrato di poter essere alleati sia con la Lega e sia con il vecchio odiato Pd e Renzi. Hanno votato con Salvini i decreti sicurezza e con il Pd li hanno tolti. Insomma non hanno una coerenza politica da seguire e soprattutto un ideale da perseguire.
Volevano aprire il Parlamento come una scatola di tonno ed invece sono diventati l’emblema della casta. Di Maio diventato il perfetto democristiano, utile per tutte le stagioni.
Per questo motivo non voteranno mai per perdere la loro poltrona prima del tempo.
E poi infine c’è Italia Viva e il suo leader Renzi. Un nuovo partito nato subito dopo il via libera al secondo governo Conte. Voluto dal senatore di Firenze per evitare che Salvini potesse prendere pieni poteri e portasse l’Italia verso alleanze antieuropeiste e filo russe. Il tutto mettendo da parte offese e insulti ricevuti negli anni da parte dei grillini.
Questa la situazione politica reale. E veniamo alla situazione relativa all’emergenza sanitaria. Una situazione difficile per ogni Paese ma con mille modi per essere gestita.
Per prima cosa evitiamo paragoni con altri Stati perché sarebbero sempre parziali e privi di contestualizzazioni simili. L’Italia è arrivata all’emergenza con un sistema sanitario vecchio, obsoleto e non funzionale. Il tutto con un piano pandemico fermo al 2006. I maggiori esponenti dei principali partiti, vedi Zingaretti e Salvini hanno completamente sottovalutato il problema. Stessa cosa molti esperti. Il governo oltre a chiudere tutto per la prima ondata non poteva fare. Poi, però, sono arrivati i grandi sbagli e si è vista la poca capacità organizzativa e la poca lungimiranza. Saltiamo fino ad arrivare ad oggi. Il vaccino è pronto alla distribuzione. Il tutto mentre l’Italia è bloccata ancora una volta e le attività sono chiuse. Renzi lo ha detto mille volte e oggi presenterà la proposta di Italia viva per il Recovery plan.
Proposte concrete non commissari straordinari al posto dei ministri.
Ma oltre a questo troppi sono ancora i problemi da risolvere. Innanzitutto non si capisce in quale maniera avverrà la vaccinazione e i suoi tempi. Ben sapendo che ogni giorno perso sarà un danno enorme alla collettività. Chi e come si potrà vaccinare? E soprattutto, avendo il governo (sempre una parte) deciso che il vaccino è facoltativo e non obbligatorio, come si potrà avere una vaccinazione veloce e mirata della popolazione? Perché se è vero che per tutelare la nostra salute e quella degli altri siamo costretti a stare in casa, a chiudere le nostre attività, a non vedere i nostri amici, a non poterci divertire legittimamente, per quale motivo il vaccino non deve essere obbligatorio?
Per quanto altro tempo ancora vorremmo stare in casa ed impedire ai cittadini di poter lavorare tranquillamente e ritornare alla normalità? Non vorrei credere che il problema sia di certi grillini della prima ora, vecchi sostenitori dei no vax.
Insomma il governo deve essere capace di decidere e in fretta. Altrimenti è bene che venga sostituito anche con il voto. Ma sappiamo benissimo che altre maggioranze in Parlamento si potranno trovare. Ed è forse l’occasione giusta per un vero governo di unità nazionale che faccia in fretta e bene per le sorti del Paese. Dove non ci saranno più comunicazioni di Palazzo Chigi stile Grande Fratello, dove non ci sarà un premier che vuole accentrare sempre più potere, dove non ci saranno ministri che non rappresentano neanche un condominio e dove magari ci sarà la competenza al posto dell’ottusità.
Il vaccino è la soluzione alla pandemia ma servono veri politici per risolverla.
Lady Etruria
di Davide Vecchi 11.4€ Acquista su AmazonArticolo Precedente
Vaccino a De Luca, Calderoli: “Io, malato oncologico, faccio la fila”. Zampa (Pd): “Non è la prima volta che non rispetta le indicazioni”
Articolo Successivo
“Il piano di Conte è senz’anima”, Renzi presenta il “suo” Recovery. E minaccia ancora: “Accordo su questo o via i miei ministri”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Dopo l’ennesimo flop sui migranti in Albania, il governo ora vuole scegliersi i giudici della Corte d’Appello: Chigi studia una nuova norma
Mafie
Terre rare, petrolio e le nuove rotte internazionali: perché Trump vuole la Groenlandia. La grande corsa all’Artico, tra gli interessi cinesi e quelli delle mafie
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Adriano Galliani: ‘Le donne, che inciampo! La baby-pensione? Mica so dove me la mandano’. L’intervista
Amsterdam, 3 feb. –(Adnkronos) - E' nell'ottica di una semplificazione "in linea con i cambiamenti comunicati" a dicembre al momento dell'uscita di Carlos Tavares, la riorganizzazione annunciata questa mattina da Stellantis. Un 'aggiornamento' che rafforza il ruolo delle singole regioni, accorpa ingegneria e software, rilancia su qualità e marketing e vede l'uscita di scena di alcuni top manager. Decisioni - si spiega in una nota - che "consentono il giusto equilibrio tra responsabilità regionali e globali, facilitando la rapidità delle scelte e la loro esecuzione" e "rafforzano ulteriormente l’impegno di Stellantis nell’ascoltare i propri clienti" ponendo "le basi per una rinnovata crescita".
A livello di management, Linda Jackson lascia il gruppo e al vertice del brand Peugeot è sostituita da Alain Favey. Abbandona anche Yves Bonnefont, Chief Software Office, visto che "le attività software sono ora integrate in un’organizzazione di sviluppo e tecnologia del prodotto guidata da Ned Curic allo scopo di semplificare il processo di immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi per tutti i brand in tutti i mercati in cui l’azienda è presente". Nuovo responsabile anche per Jeep, con la nomina di Bob Broderdorf, dal momento che Antonio Filosa - che mantiene il suo attuale ruolo di COO delle Regioni d’America - assume la leadership globale dell’ente Quality, definito "fulcro della promessa dell’azienda ai clienti".
Nuovo capo anche per DS, dal momento che Olivier François - che mantiene la responsabilità di Fiat e Abarth - guiderà un nuovo Marketing Office, per seguire meglio le attività di promozione dei singoli brand e "supportarli al meglio, in particolare attraverso la pubblicità, gli eventi globali e le sponsorizzazioni". Gli enti Corporate Affairs e Communications sono stati uniti sotto la guida di Clara Ingen-Housz e Anne Abboud è stata nominata alla guida dell’unità veicoli commerciali di Stellantis Pro One.
Come sottolinea il Chairman di Stellantis John Elkann "gli annunci di oggi semplificheranno ulteriormente la nostra organizzazione e aumenteranno la nostra agilità e il rigore dell’esecuzione a livello locale. Non vediamo l’ora di guidare la crescita fornendo ai nostri clienti una scelta ancora più ampia di straordinari veicoli a combustione, ibridi ed elettrici”. Confermata la linea sul processo di nomina del nuovo Chief Executive Officer che "è in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio d’Amministrazione, e si concluderà entro la prima metà del 2025".
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Siamo vicini ad Antonio Tajani, alla sua famiglia e soprattutto a suo figlio Filippo, vittima di un malore durante una partita di calcio. Gli auguriamo una pronta guarigione, e che possa tornare presto in campo”. Lo dichiarano i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Esprimo il mio più profondo riconoscimento alla Brigata Sassari per il coraggio, la dedizione e l’alto senso del dovere dimostrato durante tutta la missione Unifil. Ringrazio il generale Messina, con il quale sono sempre rimasta in contatto per essere costantemente informata sullo stato del contingente. I nostri soldati hanno affrontato sfide complesse e delicate, portando avanti il nome dell’Italia con grande professionalità. Il loro impegno ha garantito la stabilità in una regione così fragile, e sono fiera di come abbiano rappresentato la nostra Nazione". Lo ha affermato la deputata di Fratelli d'Italia Barbara Polo, componente della commissione Difesa, al rientro del contingente della Brigata Sassari.
"Da sarda, -ha aggiunto- non posso che essere estremamente orgogliosa nel vedere i miei concittadini impegnati con tanto valore nelle operazioni internazionali. La Brigata Sassari è il fiore all’occhiello del nostro esercito, una realtà che continua a distinguersi per preparazione e coraggio”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Ci mancavano i sedicenti comitati civici che spalleggiano gli occupanti abusivi di immobili a rendere sempre più invivibile il quartiere Esquilino, uno dei più belli di Roma da tempo in mano ad immigrati clandestini e bande criminali. Ne ha fatto le spese un bravo giornalista come Luca Telese aggredito per aver difeso i presidi di legalità che dopo le denunce della Lega le istituzioni stanno predisponendo. Telese chiamato ad un’assemblea pubblica da un sedicente Polo Civico ha avuto l'ardire di affermare che cancellate di protezione dei luoghi di socialità non sono poi da demonizzare. Per difendere la possibilità di vivere in pace e nella legalità all'Esquilino di Roma, come in tutte le periferie d'Italia, è necessario che venga subito definitivamente approvato il ddl sicurezza”. Lo afferma il deputato della Lega ed ex magistrato Simonetta Matone.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Nella loro foga alla ricerca del complotto, di qualcuno su cui scaricare le proprie responsabilità, di uno spauracchio a cui assegnare colpe per nascondere le inadeguatezze del governo Meloni, i colleghi di Fratelli d’Italia hanno nuovamente toccato inesplorate vette di contraddizione. L’ultimo attacco frontale è stato riservato a Gimbe e al suo presidente Cartabellotta, colpevole di aver detto con dati inequivocabili che il decreto dell’Esecutivo sulle liste d’attesa è fermo al palo e che solo uno dei sei decreti attuativi è stato già approvato". Lo afferma Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali della Camera e coordinatore del Comitato politico salute e inclusione sociale del M5S.
"Oltre a usare parole estremamente gravi nei confronti di chi porta avanti con serietà e professionalità un preziosissimo lavoro scientifico a tutela della sanità, il senatore Zaffini -aggiunge l'esponente pentastellato- ha però di fatto confermato i ritardi denunciati da Cartabellotta, sebbene secondo lui siano in realtà tempi record. Una contraddizione decisamente bizzarra. E nel frattempo, i medici di medicina generale operano come meglio credono e la proposta di Forza Italia in merito è ancora ben lontana dal concretizzarsi".
"Al presidente Cartabellotta -conclude Quartini- va tutta la mia solidarietà, visto che ultimamente è stato identificato come avversario politico, alla stregua di una forza di opposizione, come persino Bruno Vespa aveva avuto l’indecenza di dire. Questo attacco scomposto, in ogni caso, non fa che confermare la linea di questa maggioranza: è sempre colpa degli altri. Dai magistrati, a coloro che distribuiscono la benzina, fino a Gimbe”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Il nemico del giorno del governo è la Fondazione Gimbe e in particolare il suo presidente Nino Cartabellotta, accusato da esponenti di maggioranza di essere un bugiardo che falsifica i dati perché ‘cavalier servente’ e comunista. Affermazioni di una gravità inaudita contro un organismo indipendente e autorevole come Gimbe, che fa un grande lavoro di raccolta e verifica dei dati sanitari. La colpa di Cartabellotta? Aver fatto notare che a sei mesi dall’approvazione del decreto liste d’attesa mancano ancora cinque dei sei decreti attuativi, cosa tra l’altro confermata dalla stessa maggioranza". Lo afferma Mariolina Castellone, senatrice M5S e vicepresidente del Senato.
"Ancora una volta, questa destra cerca di trasferire su altri le colpe della propria incapacità e si produce in un costante bullismo contro professionisti che fanno il proprio lavoro, cercando di intimorirli. Per fortuna -conclude l'esponente pentastellata- ci sono i numeri a parlare e a smentire la propaganda di governo. E ci siamo noi a tutelare le voci libere e indipendenti”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Quello delle liste di attesa è un tema che riguarda non solo la salute ma anche la dignità della persona. Un tema che richiede senso di responsabilità e che non riscontro nelle dichiarazioni sparate a raffica da esponenti di Pd, 5 stelle e sinistra. Gli stessi che ci hanno consegnato un Servizio sanitario nazionale allo sfascio e per il quale ci stiamo adoperando per rimetterlo in sesto. Il collega Cartabellotta e la Fondazione Gimbe meritano rispetto, in quanto sono giustificati per la mancata conoscenza del lavoro che il Governo ha messo in campo sui decreti attuativi. Non posso al contrario giustificare i colleghi senatori che siedono nella commissione Sanità del Senato presieduta dal presidente Zaffini o i presidenti di Regione che prendono parte alla Conferenza Stato-Regioni". Lo afferma il senatore Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Sanità in Senato.
"Se non sanno -aggiunge- devo purtroppo arguire che dormono mentre se, come penso, sanno e attaccano il presidente Zaffini, che ha solo voluto puntualizzare il lavoro del Governo in risposta alle valutazioni della Fondazione Gimbe, è grave perché si tratta di un comportamento in grave mala fede. Si può anche non conoscere quanto si stia facendo sul tema, ma il senso di responsabilità vuole che prima di sparare a salve ci si informi e ci si documenti . In questo modo si prenderebbe facilmente atto che quanto annunciato dalla Fondazione Gimbe non è proprio puntuale perché -e lo ha spiegato bene il presidente Zaffini- la situazione riguardo ai decreti attuativi è la seguente: Criteri di funzionamento della piattaforma nazionale e regionali delle liste d’attesa: Il decreto è stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni. In attesa del parere della Conferenza Stato Regioni alla quale è stato inviato il 13 settembre 2024".
"Funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio in coerenza con il modello di classificazione e stratificazione della popolazione, risulta ‘fatto’. Poteri sostitutivi del ministero della Salute in caso di inottemperanza delle Regioni e il rispetto agli obiettivi della legge: decreto trasmesso in Conferenza Stato-Regioni il 6 novembre 2024. Linee di indirizzo per l’attivazione dei sistemi di disdetta da parte dei Cup: il decreto è in fase di definizione da attuare con il Piano nazionale delle liste d’attesa in lavorazione predisposto dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria già condiviso con Regioni e Mef. Metodologia per la definizione del fabbisogno di personale del Ssn (superamento tetti di spesa): il decreto è in via di ultimazione. Il Piano di azione per rafforzare i servizi sanitari e sociosanitari (nelle Regioni del Sud destinatarie dei fondi del Piano nazionale Equità e salute): decreto trasmesso alla conferenza Stato-Regioni il giorno 8 gennaio 2025".
"In questo confronto tra Zaffini e i nostri avversari politici -conclude Zullo- si può cogliere la differenza tra noi e loro: noi lavoriamo per mettere riparo agli sfasci che ci hanno lasciato in eredità, loro non sanno andare oltre l’irresponsabile e deleteria polemica sterile, dannosa dell’immagine del nostro Servizio sanitario nazionale”.