"Una volta gli abiti popolari degli uomini avevano pantaloni larghi, senza alcuna protezione e quando dovevano andare a cavallo o camminare attraverso le foreste per fare legna, il freddo si faceva sentire", ha spiegato Sonja Leka che ha anche aggiunto: "Porta gioia, energia positiva, è perfetto come regalo"
È l’antenato della mutanda maschile. Si chiama nakurnjak ed è uno scaldapene che le donne magliaie del villaggio di Licko Petrovo Selo riunite nell’associazione Tara e dalla Lika, vogliono rilanciare sul mercato. Una tradizione che oggi le donne vogliono tenere in vita. “Una volta gli abiti popolari degli uomini avevano pantaloni larghi, senza alcuna protezione e quando dovevano andare a cavallo o camminare attraverso le foreste per fare legna, il freddo si faceva sentire: ecco da dove viene la necessità del nakurnjack, che significa scaldapene”: queste le parole dette a France Presse da Sonja Leka che è a capo dell’associazione Tara. L’obiettivo? Quello di esportare il nakurnjak, di farne un oggetto da regalare in ogni parte del mondo. Necessario quando gli uomini lavoravano all’aperto nei freddi inverni della Croazia, si tratta di un oggetto fatto a mano: “Porta gioia, energia positiva, è perfetto come regalo“, ha spiegato Sonja. Il filosofo francese Michel de Montaigne lo aveva definito un oggetto “inutile con un nome imbarazzante” ma Sonja risponde oggi: “I nostri uomini non avevano alcuna vergogna, erano per le cose pratiche”.