Nella notte italiana la Camera degli Stati Uniti ha approvato con 275 voti a favore e 134 contrari un aumento da 600 a 2.000 dollari per gli aiuti diretti agli americani con reddito sotto i 75mila dollari. Aumento che era stato chiesto a gran voce da Donald Trump nel firmare (controvoglia) il piano da 900 miliardi di dollari di stimoli anti Covid all’economia e approvato anche dal presidente eletto Joe Biden. Il provvedimento passa ora al Senato a maggioranza repubblicana. Il via libera all’aumento degli aiuti diretti agli americani è stato bipartisan, superando i due terzi che sono la maggioranza richiesta per le procedure di voto veloci.

Trump aveva firmato il pacchetto, che comprende anche 1.400 miliardi per evitare lo shutdown del governo federale, dopo aver preso tempo andando a giocare a golf nel suo resort di Mar-a-Lago, in Florida. Questo potrebbe rivelarsi l’ultimo stallo legato ai tentativi di forzare la mano da parte del presidente uscente, anche perché il nuovo Congresso giurerà domenica. La speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha enfatizzato la distanza tra Trump e il suo partito, esortando il magnate a spingere i senatori repubblicani ad approvare la misura. “Deve chiedere subito ai repubblicani al Congresso di mettere fine al loro ostruzionismo e di unirsi a lui e ai Dem nel sostenere la legge per aumentare a 2mila dollari i pagamenti diretti”, ha twittato.

La Camera potrebbe nelle prossime ore anche riuscire a raggiungere la maggioranza qualificata necessaria a rovesciare il veto imposto da Trump al bilancio del Pentagono, infliggendo così una pesante sconfitta al presidente uscente. Per sostenere il veto, decine di deputati repubblicani infatti dovrebbero sconfessare il loro voto favorevole dato nelle scorse settimane al bilancio, approvato alla Camera ed al Senato con una maggioranza superiore ai due terzi di voti. Ma l’obiezione più forte non è collegata a questioni militari: Trump ha chiesto al Congresso di aggiungere alla legge una misura per abrogare la norma che dal 1996 protegge le società tech dalla responsabilità legale sui suoi contenuti, una sua fissazione nell’ambito della crociata contro Twitter e gli altri social media.

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