2. Le elezioni americane durano giorni, ne fanno le spese i talk

Dopo aver dovuto rinunciare agli europei di calcio e alle olimpiadi, anche un altro grande avvenimento agonistico di questo 2020 ci ha grandemente deluso: le elezioni presidenziali in Usa. Non certo per l’esito, ma per quello che doveva essere il momento cruciale dello scontro, la notte dei risultati elettorali, e non c’è stato. Qui il Covid non c’entra o c’entra solo parzialmente. Il fatto è che la complessa macchina elettorale della più grande democrazia del mondo (?), il voto per posta (ma!… ), le contestazioni e i ricorsi ai vari Tar americani han fatto in modo che un risultato che doveva arrivare nella notte di martedì sia slittato fino al sabato successivo. E l’attesa notte del duello, piena di pathos si è trasformata in una cantilena durata una settimana, in uno stillicidio di dati mai definitivi.

A farne le spese sono stati i vari talk predisposti per l’evento. Certo, a fare le figure più ridicole sono stati quelli dell’area sovranista di Mediaset, con i loro ospiti, le maglie e i capezzoni convinti della vittoria del loro campione, intenti a spiegarne ai grulli filodemocratici le ragioni e a dileggiare i sondaggisti (che invece ci hanno preso in pieno). Ma anche un’iniziativa più seria come la maratona di La7 alla fine è rimasta con in mano un pugno di mosche. Certo, la colpa non è di Mentana, ma per la prossima volta sarà meglio prepararsi un piano B.

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