3. Gli spot delle auto raggiungono il record dell’insopportabilità

Che non sia un momento particolarmente felice per la pubblicità televisiva è noto, la crisi di creatività dura da tempo. Lasciamo perdere i tempi eroici di Carosello, ma in questo campo ci tocca anche rimpiangere i ruggenti anni Ottanta con la loro eccessi talvolta originali. I paladini del buon gusto e del buon costume si sono scagliati contro le similitudini a loro dire volgari dello spot Nuvenia. Ma non sono certo la cosa peggiore che si è vista.

Nel campo ci sono due categorie merceologiche che hanno il record dell’insopportabilità. Una comprende i profumi che hanno deciso tutti insieme di proporre qualche immagine patinata di belle signore o signori su sfondi glamour per finire biascicando qualche parola con forte accento inglese o francese o – massimo del glamour – in francese con retrogusto inglese.

Ma il peggio lo offrono gli spot delle automobili, come la nuova marca Cupra, che, abbandonati gli scenari estremi del deserto o delle catene montuose che andavano di moda qualche anno fa, sono diventati un manuale di filosofia morale impastato con la retorica più banale. Ti raccontano di sfide esistenziali, di ostacoli da superare con la volontà, di fiducia in se stessi, ti invitano a non badare agli altri, a non guardare al passato, ti ricordano che “se sei a terra non strisciare mai” e via con questi ammonimenti. Con un’aggravante: che gli spot di profumi infestano il periodo natalizio e poi si diradano, quelli delle auto ce li dobbiamo sorbire tutto l’anno.

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