“Voleva scrivermi una lettera. Mi aveva detto: ‘così se mi ammazzano lo saprai’“. A parlare è un’amica di Rosina Carsetti, la donna di 78 anni trovata morta in casa a Montecassiano, in provincia di Macerata, la sera della vigilia di Natale dopo una presunta rapina. Mentre gli inquirenti continuano a indagare sulla pista che collega la morte della donna ai maltrattamenti in famiglia e non a una rapina avvenuta in casa, come invece hanno raccontato i familiari che vivono con lei, emergono nuove testimonianze di persone vicine alla 78enne. “Le davano 10 euro al giorno, poteva telefonare ma non poteva ricevere chiamate, le avevano tolto l’uso del giardino, le chiavi dell’auto – ha raccontato l’amica a Cronachemaceratesi.it – Era sempre da sola, viveva tra la cucina e il soggiorno di casa”.
La donna si era rivolta al centro antiviolenza di Macerata Sos Donna per chiedere una consulenza legale in merito a tensioni in famiglia. I carabinieri hanno sentito per circa due ore l’operatrice che ha parlato con Rosina il 19 dicembre e che le ha fissato un appuntamento il 29 dicembre con l’avvocato Egle Asciutti, che svolge servizio legale per il centro antiviolenza. “Penso che a mia nonna non mancasse niente”, ha detto il nipote della donna ai microfoni di Sky Tg24. Sul fatto che la donna si era rivolta a un centro antiviolenza per difficoltà in famiglia, ha risposto: “Non so perché lo abbia fatto, chiedetelo a chi glielo ha messo in testa“.
L’esame autoptico è stato effettuato il 26 dicembre dal medico legale Roberto Scendoni, lo stesso che ha esaminato il cadavere, ipotizzando un decesso per soffocamento o asfissia. Al momento non sono filtrate indiscrezioni sull’esito. Il marito della donna, Enrico Orazi, la figlia Arianna e il nipote Enea sono indagati per omicidio e favoreggiamento. C’è anche la simulazione di reato tra i reati ipotizzati a carico dei familiari di Carsetti. La notte della vigilia avevano raccontato di una rapina messa in atto da uno sconosciuto che aveva immobilizzato la donna e chiuso il padre in bagno. I due sarebbero stati liberati dal nipote Enea, al suo ritorno a casa. A quel punto avrebbero trovato la donna morta in cucina, senza segni di violenza. Il piano superiore dell’abitazione, dove era stata trovata la 78enne, era a soqquadro. Il resoconto però non ha convinto gli investigatori.