Una proroga di un mese, la quinta, concessa a Fincantieri per l’acquisto di Chantiers De Atlantique (ex Stx). La fusione italo-francese, con il gruppo italiano che dovrebbe prendersi i cantieri di Saint-Nazaire, rimane sospesa, a quasi tre anni dall’intesa raggiunta nel 2017 e finalizzata nel febbraio 2018. E’ il governo francese, titolare di una quota dell’84% dei Chantiers, a fare il primo passo, come anticipato da Liberation e confermato dalla France Presse. La richiesta è immediatamente accolta dal quartier generale di Trieste e dunque la palla ora è ancora una volta nel campo Dg Comp di Bruxelles, l’autorità europea della concorrenza. Che avrebbe ancora i dubbi sull’impatto dell’operazione.
La commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager, lamentando la mancanza di informazioni richieste alle parti interessate, ha congelato la procedura per dare luce verde. Ma da Fincantieri ribattono che sono stati forniti tutti i chiarimenti richiesti da Bruxelles e che “il dossier si conferma quindi di natura politica“. La Commissione, sottolineano da Trieste, “ora dovrà rispondere ai due Stati”, Italia e Francia, interessati al closing dell’operazione. Questa prevede una gestione divisa esattamente a metà (50% e 50%), con l’1% prestato agli italiani per 12 anni, in modo da dar loro l’ultima parola. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha spiegato che sta discutendo con il suo collega francese Bruno Le Maire, responsabile dei dossier economici e annunciato una lettera congiunta indirizzata proprio ai commissari Vestager e Thierry Breton (Mercato Interno).
A quanto si apprende a Bruxelles, la posizione della Commissione è sempre la stessa, da mesi: la Dg Comp ha espresso dubbi sull’operazione, per i suoi riflessi sulla concorrenza, e ha chiesto alle parti di fornire informazioni. Non avendole ricevute in tempo, ha fermato l’orologio della procedura, il 13 marzo scorso. In genere, è interesse delle parti che intendono fondersi fornire le informazioni richieste, per fugare i dubbi, oppure dei rimedi, come hanno fatto Fca e Psa, che hanno ottenuto il via libera dopo essersi impegnati a favorire l’ingresso sul mercato dei veicoli commerciali leggeri di altri player.