Finalmente l’anno bisestile 20-20, devastante per la sanità lombarda, italiana e mondiale, sta per chiudersi.
In Italia abbiamo avuto circa 65mila morti di cui un terzo in Lombardia, che conta un sesto della popolazione italiana. Una strage del “modello” sanitario lombardo sbandierato da decenni. Il Ministro Speranza ha dato un ultimatum al Presidente lombardo Attilio Fontana per mettere in atto la riforma sanitaria in quattro mesi.
Ma i politici non mollano, né a livello regionale, dove vengono blindati dalla loro maggioranza; né a livello nazionale dove sono stati presi in castagna per un piano pandemico “copia e incolla”, scoperto dal “mio” Report, che è stato uno dei fattori di impreparazione al contrasto del nemico virale.
Chi mi segue conosce quali sono le mie idee che in questi dieci anni di collaborazione con questo giornale più volte ho scritto. Avrebbero potuto aiutare contro la pandemia? Le riassumo:
1. Controlli sanitari a campione sui pazienti, non sulle cartelle cliniche. La percezione del controllo riduce il rischio di abuso.
2. Equiparare pubblico e privato accreditato. O si adeguano o perdono l’accreditamento, non solo nelle prestazioni d’urgenza. Non è possibile che il pubblico fa tutto e l’accreditato solo ciò che rende.
3. Nei periodi di emergenza sarebbe “normale” che ogni struttura sanitaria, pubblica e accreditata, rinunciasse ad eseguire prestazioni private per il tempo necessario a smaltire la lista d’attesa. Quanti morti avremo, non di Covid, per le prestazioni sanitarie arretrate?
4. Gestione dei dati sanitari soggettiva con History Health, attivabile solo con impronta digitale del paziente e certificata dall’impronta digitale del medico. Quanti pazienti avremmo salvato di quelli arrivati in Ps soli e inerti senza sapere la storia clinica? Bastava alzargli il dito.
5. Ultimo ma non ultimo. Una riforma immediata della medicina del territorio che preveda la presenza presso gli ospedali di zona di gruppi di medici di base che afferiscono che eseguano, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, dei turni in modo da smaltire le prime urgenze. I medici mutualistici ritornerebbero sul campo vicini agli specialisti e i pronto soccorso sarebbero più liberi per le emergenze vere.
Spero che l’anno che verrà porti più sicurezza sanitaria per tutti. Questo dipenderà molto dai nostri comportamenti ma anche molto dai nostri politici che a tutti i costi vogliono gestire, spesso in modo improprio, il nostro ben-essere.
L’anno che verrà porterà in Regione Lombardia l’elezione del nuovo Sindaco di Milano che è importante, essendo il garante della salute pubblica, pur non potendola gestire perché per il titolo V della Costituzione è in mano alla regione. Ma se ripristinassero l’assessorato comunale alla salute forse si potrebbe dialogare più direttamente con l’assessorato alla sanità regionale, visto che la casa di tutti i cittadini resta Palazzo Marino.
Ho inviato questi punti salienti a Giuseppe Sala che mi ha risposto nel giro di qualche giorno dicendomi che “al momento prendo nota dei suoi suggerimenti (che trovo interessanti nel loro insieme e, se devo dire, in particolare quelli relativi ai punti 4 e 5) e mi riservo, a tempo debito di ricontattarLa”.
Apriamo al futuro con i piedi saldamente per terra.