Il premio fantasia va senz’altro all’Emilia Romagna che per la prima fase della campagna vaccinale contro il covid ha scelto i luoghi più vari: dagli stadi alle fiere, passando per le stazioni degli autobus e i più tradizionali ospedali. Sulla carta, poi, i lombardi schierano ben 65 centri di raccolta e distribuzione del vaccino, ma senza un’organizzazione predefinita: la somministrazione che viene demandata allo stesso personale dei centri destinatari, in attesa degli uomini inviati dal commissario straordinario per la gestione dell’emergenza Coronavirus (leggi l’articolo sul Fatto Quotidiano). Il Piemonte dal canto suo si è affidato alla Protezione civile per la distribuzione del vaccino nei luoghi di somministrazione. Nel mezzo il Lazio che ha passato tutte le funzioni organizzative direttamente in mano alle singole aziende sanitarie, come si legge sul sito della Regione di Roma.
Quello che è senz’altro identico in ogni Regione, è la dichiarata soddisfazione rispetto all’andamento del V-Day europeo di domenica che, a dire dei governatori, avrebbe evidenziato il buon andamento, quando non “ottimo”, della macchina organizzativa “ormai pronta” a entrare nel vivo della campagna vaccinale contro il Covid. Ogni regione a modo suo, ma tutte nell’ambito dei paletti fissati a metà mese con il commissario, come si riscontra sfogliando i piani che i singoli enti stanno pubblicando in questi giorni per spiegare schematicamente come dovrebbe avvenire la somministrazione dei vaccini sul territorio.
In Piemonte 40mila dosi a settimana per 195mila persone – Neve permettendo, il Piemonte attende per mercoledì 30 altre 40mila dosi del vaccino. “41 scatole in tutto (ogni scatola contiene 975 dosi) che verranno distribuite agli hub territoriali per continuare con la somministrazione del vaccino al personale delle aziende sanitarie e agli operatori e ospiti delle RSA, che rappresentano i destinatari della Fase 1 della vaccinazione”, spiega l’ente.
I potenziali destinatari sono in tutto 195mila persone in Piemonte, due terzi delle quali hanno già manifestato la propria adesione. “Riceveremo circa 40mila dosi a settimana per completare la Fase 1 della campagna vaccinale”, ha spiegato nei giorni scorsi l’assessore alla Sanità della Regione Luigi Genesio Icardi per il quale “la macchina organizzativa è già pronta per riceverle ed è stata testata con ottimi risultati” nella giornata di domenica 27 dicembre. Le somministrazioni, spiegano dalla Regione, verranno eseguite dal personale sanitario delle Asl in attesa di quello selezionato per le primule.
Numeri alla mano per il territorio di Alessandria sono in arrivo 5 scatole e 4.875 dosi per ospedali e Rsa; per Asti 3 scatole e 2.925 dosi, per il biellese 2 scatole e 1950 dosi. A Cuneo 6 scatole e 5850 dosi, a Novara 3 scatole e 2925 dosi e a Torino 18 scatole e 17.550 dosi. In particolare 9 scatole e 8775 dosi sono destinate a ospedali e strutture per anziani della città e altre 9 scatole e 8775 dosi in tutto a Chivasso, Ciriè, Ivrea, Moncalieri, Orbassano, Pinerolo e Rivoli. Per il territorio del Verbano-Cusio-Ossola (Vco) sono previste 2 scatole e 1950 dosi, mentre Vercelli aspetta 2 scatole e 1950 dosi.
I vaccini arriveranno direttamente negli hub territoriali e il personale del sistema regionale di Protezione civile provvederà a consegnare le dosi necessarie ai presidi sanitari territoriali e alle Rsa.
In Lombardia più del 15% dei destinatari è in Rsa – La Lombardia invece deve coprire potenzialmente ben 336.076 persone, delle quali 278mila sono operatori e 58mila ospiti di Rsa. Come per il Piemonte, le dosi verranno consegnate direttamente ai 65 hub individuati dall’ente in base alla copertura geografica, a numero di ospiti e operatori presenti e alla possibilità di conservare i vaccino. E ogni hub dovrà inventarsi un’organizzazione. La campagna secondo il cronoprogramma pubblicato dall’ente, parte con la somministrazione agli operatori degli hub per poi procedere ai presidi (seconda settimana) e alle Rsa (terza settimana). E anche qui la somministrazione verrà effettuata dal personale delle strutture “in attesa di quello messo a disposizione dalla call commissariale“. Ma nulla è definitivo. In base alla programmazione nazionale, ha fatto sapere martedì 29 una nota di Regione Lombardia, le consegne avverranno in diverse giornate: 30 dicembre (81 vassoi), 4 gennaio 2021 (76 vassoi), 11 gennaio (83 vassoi),18 gennaio (82 vassoi), 25 gennaio (98 vassoi). “Ogni vassoio contiene 195 fiale – ha detto Giacomo Lucchini, responsabile regionale della campagna nazionale di vaccinazione Anti-Covid – e da ogni fiala, in base alle ultime disposizioni, si ricavano 6 dosi di vaccino. Il numero delle dosi e la tempistica delle consegne verranno confermate di volta in volta nel corso delle quotidiane riunioni fra le Regioni e la Struttura Commissariale”.
In Lazio deve fare tutto la Asl, inclusi elenchi e appuntamenti – Più a sud il Lazio riparte dopo il V-Day con una fornitura di Pfizer di 44.850 dosi nei vari hub regionali. È previsto altresì il via alla somministrazione del vaccino nelle prime Rsa pubbliche nella Asl Roma 5 a Zagarolo, nella Roma 6 ad Albano e Genzano.
La Regione di Roma riceverà in questa prima fase 179.818 dosi in totale che verranno inoculate in 20 centri vaccinali alle categorie degli operatori sanitari e sociosanitari nonché degli ospiti e del personale delle residenze per anziani. L’ente ha demandato ad ogni Azienda sanitaria l’avvio della campagna con il compito di individuare i centri e le modalità di vaccinazione, nonché di stilare gli elenchi dei potenziali vaccinandi.
Durante questa fase le vaccinazioni degli operatori sanitari saranno effettuate, su appuntamento, presso Centri Vaccinali Ospedalieri, mentre l’attività vaccinale presso le Rsa verrà svolta presso la struttura stessa, da parte di team mobili. Con l’aumento delle dosi e delle tipologie di vaccino, la campagna “sarà estesa attraverso diverse modalità organizzative e sarà rivolta alle persone anziane, le più duramente colpite dal virus e quelle che soffrono le conseguenze più gravi, nonché ad altre categorie di soggetti, tra cui coloro che sono impiegati nei servizi essenziali“.
L’Emilia Romagna sfrutta tutti gli spazi ampi – In Emilia-Romagna l’avvio della campagna vera e propria per personale sanitario, operatori e degenti delle Cra è per il 31 dicembre. Le dosi in arrivo dal 30 dicembre a fine gennaio sono oltre 257mila e saranno consegnate direttamente da Pfizer e distribuite alle Aziende Usl e alle Aziende ospedaliero-universitarie, da Piacenza a Rimini in cinque distinte giornate: dopo il 30 mattina, le consegne sono previste per i lunedì 4, 11, 18 e 25 gennaio con 44, 46, 45, 45 e 40 scatole per ciascuna consegna.
Gli arrivi delle confezioni di vaccino continueranno anche per il mese di febbraio, per consentire il completamento dei cicli che prevedono la somministrazione di due dosi a distanza di 18-23 giorni l’una dall’altra. Tutti i punti di consegna regionali hanno celle a temperatura bassissima, -70%, cosiddette Ult (ultra low temperature) per consentire la conservazione del vaccino.
I punti identificati dalle singole Aziende per la somministrazione dei vaccini sono: per Piacenza il Laboratorio analisi dell’Ospedale; per Parma l’Ospedale Maggiore; per Reggio Emilia l’ex ospedale Spallanzani; per Bologna l’Autostazione delle corriere, l’Irccs Istituto Ortopedico Rizzoli e la Casa di Residenza Cardinal Giacomo Lercaro; per Imola il Medical Centre dell’Autodromo; per Ferrara l’Ospedale Sant’Anna di Cona; per la Romagna il Pala De Andrè a Ravenna, il Quartiere Fieristico di Rimini, Cesena Fiera. Cambio di sede, rispetto al giorno del Vaccine Day, per Modena: le somministrazioni, a partire dal 31, verranno effettuate all’Ospedale civile di Baggiovara.
In Campania il controllo preventivo dei Nas – Anche la Campania si schiera sulla riga di partenza dicendosi pronta all’azione con i suoi 27 hub i quali, come battuto dalle agenzie martedì in serata, sarebbero usciti indenni da un controllo dei Nas che, riferiscono le indiscrezioni, “non avrebbero trovato falle nel sistema”. Anche se la preparazione della campagna è ancora in corso, con i direttori generali delle aziende ospedaliere e delle asl che martedì mattina hanno avuto una riunione online con il presidente della Regione Vincenzo De Luca per fare il punto della situazione. Al momento l’adesione degli operatori sanitari è circa al 90%, riportano fonti dell’Unità di crisi regionale. E garantiscono che 24 ore dopo l’arrivo dei vaccini ogni hub potrà iniziare la somministrazione. Insomma, non resta che allacciare le cinture di sicurezza.