Già un mese fa il ministro della Salute Jens Spahn aveva confermato a Bloomberg l'esistenza di un negoziato con l'azienda di Magonza per ottenere fiale extra del farmaco di Pfizer. Altre trattative sono in corso anche con altre società tedesche: Curevac e IDT Biologika. Berlino si giustifica spiegando che ha agito dopo che era stata chiusa l'intesa Ue e per soddisfare la richiesta interna pianifica di aprire nuovi centri di produzione: aumentano infatti critiche e malcontento da parte di opposizioni, media e cittadini che si aspettavano di aver subito a disposizione la maggior parte delle dosi prodotte in Germania
La Germania vuole correre più veloce del resto d’Europa verso l’immunità di gregge. L’accordo con la Biontech di Magonza è stato ufficializzato solo lunedì, ma già da almeno un mese Berlino lavorava a un’intesa bilaterale per avere le 30 milioni di dosi extra di vaccino Pfizer, al di fuori del pacchetto Ue. Non solo, il ministero della Salute tedesco stava già allora portando avanti ulteriori negoziati bilaterali con Curevac e con IDT Biologika, altre due società tedesca. La locomotiva d’Europa ha paura che le dosi anti-Covid in arrivo non bastino per raggiungere velocemente l’obiettivo: Berlino pretende molte più fiale di quelle attese dalle consegne delle forniture chiuse da Bruxelles, da ripartire tra tutti i Paesi europei. Il governo di Angela Merkel è sotto pressione: opposizioni, stampa e opinione pubblica si aspettavano un’accelerazione. Anche così si spiega l’intesa con Biontech, l’azienda tedesca che produce il vaccino insieme a Pfizer. Berlino però si è mossa fuori dal recinto degli accordi europei, provocando l’irritazione degli altri Stati, Italia in primis.
Il fatto che la Germania fosse al lavoro per ottenere più dosi rispetto a quelle previste dal piano condiviso Ue era già noto almeno da inizio dicembre, quando il ministro della Salute Jens Spahn aveva confermato a Bloomberg l’esistenza di una trattativa con Biontech, ma anche di altri negoziati bilaterali con Curevac – che a sua volta ha stretto un accordo con l’Ue – e con IDT Biologika, che invece per ora è rimasta esclusa dagli acquisti della Commissione. L’annuncio dell’iniziativa di Berlino è stato comunque accolto con freddezza anche da Bruxelles: “Per quanto ne sappiamo, nessuno Stato membro si è aggiudicato dosi aggiuntive al di fuori dell’accordo Ue”, ha detto all’Adnkronos un portavoce della Commissione europea. Ma, prima dell’annuncio ufficiale arrivato lunedì dal ministero, Spahn aveva confermato a Bloomberg l’esistenza della trattativa già settimane fa. A suo tempo il ministro tedesco si era giustificato con la testata americana spiegando che la Germania ha finanziato con 750 milioni di euro le tre società (tutte tedesche) per lo sviluppo del vaccino. Inoltre, Spahn sottolineava anche che i colloqui fossero cominciati solo una volta conclusi gli accordi a livello europeo. E lasciando salva la priorità per la produzione delle dosi garantite a tutti gli Stati membri dell’Unione europea. Anche per questo, ieri lo stesso Spahn ha fatto sapere di lavorare con Biontech per aprire nuovi centri di produzione a Marburgo e nell’Assia. Stabilimenti che dovrebbero garantire alla Germania un’accelerazione sul fronte delle dosi di vaccino disponibili. Non solo: a Berlino ferve il dibattito sull’opportunità che il governo forzi la mano a Biontech e le imponga di concedere la licenza di produzione ad altre aziende per accelerare l’arrivo dei vaccini. Lo chiedono sia Die Linke sia la Fdp.
Berlino ha deciso di muoversi da solo dopo che da giorni è in aumento la pressione politica interna. In lockdown dal 16 dicembre, i tedeschi vivono con angoscia crescente la seconda ondata della pandemia: il Robert Koch Institut ha segnalato il superamento della soglia dei 30mila morti e il sistema sanitario in alcune regioni rischia di arrivare al collasso. In questo contesto, il vaccino rappresenta una forte speranza: il ministro Spahn ha promesso che per l’estate sarà possibile offrire a tutta la popolazione la possibilità di vaccinarsi. I conti però non tornano a tutti e il dibattito politico incalza. “I vaccini sono pochi – si è lamentato con la Bild il potente governatore bavarese della Csu Markus Soeder, fra i papabili per la candidatura alla cancelleria nel 2021 – Il ritmo di produzione va rafforzato“, ha sentenziato. E gli ha fatto eco il leader dei liberali Christian Lindner. Il governo ha fatto presente che la questione della esiguità dei vaccini è globale: tutti i paesi del mondo dovranno attendere.
“E’ vero che il sistema è partito, ma non c’è euforia anzi c’è molta critica nei confronti del governo, i tedeschi si aspettano più dosi. Anzi, visto che l’azienda Biontech è tedesca, pretendevano più dosi del vaccino”, spiega all’Adnkronos Paolo Andreocci, direttore dell’Isd (Internationales Sprachzentrum Dialogo) di Friburgo, scuola di lingue che prepara anche medici e infermieri italiani che vogliono lavorare in Germania. Tra le voci più critiche c’è proprio la Bild, il quotidiano più letto della Germania, che oggi ha pubblicato una durissima critica a quello che viene definito il “fallimento del governo”. “Da un anno c’è un solo problema a cui c’è una sola soluzione: la vaccinazione – si legge nell’articolo – Non ha nulla a che fare con il ‘nazionalismo’ aspettarsi che una delle più grandi economie del mondo abbia a disposizione abbastanza vaccini il prima possibile“.
Poco prima di Natale, inoltre, un articolo di Der Spiegel aveva dato conto del disappunto di Berlino per la decisione della Commissione di limitare gli acquisti del vaccino di Pfizer-BioNTech, che è arrivato primo nella corsa al vaccino anti-Covid, scrivendo di un’offerta fatta dai produttori per l’acquisto di 500 milioni di dosi, che sarebbe stata declinata dalla Commissione. Secondo Der Spiegel, per evitare di togliere troppo spazio al vaccino di Sanofi/Gsk, che però è in ritardo. La Commissione ha precisato che gli accordi con le case farmaceutiche sono stati siglati prima dell’inizio dei trial clinici o prima che i risultati degli stessi fossero disponibili. In altre parole, Bruxelles non poteva sapere, all’epoca, quale farmaco avrebbe avuto per prima il via libero. Proprio martedì l’Unione europea ha deciso di acquistare altre 100 milioni di dosi del vaccino Pfizer.
Allo stesso tempo, la Germania deve tenere conto anche di una consistente quota di popolazione che per il momento dichiara di non volersi vaccinare contro il coronavirus. Sempre la Bild racconta oggi di un centro di vaccinazione di Berlino che resterà chiuso per quattro giorni a cavallo di Capodanno, tanto è bassa la domanda da parte degli infermieri che avrebbero la priorità per ricevere la prima dose. Intanto però, come comunicato dal Robert Koch Institut, la Germania è già vicina a quota 42mila vaccinazione: più di 21mila ospiti di case di cura hanno ricevuto la loro prima dose, oltre a 12mila anziani. L’Rki fornisce quasi in tempo reale l’andamento delle vaccinazioni in tutti i 16 Länder tedeschi.