In questi giorni è sempre più difficile comprare Bitcoin. Come alla fine del 2017, quando la moneta virtuale ha conosciuto una prima fiammata che l’ha portata verso quota 19mila dollari salvo precipitare in due mesi verso i 10mila e affondare a 4mila nel giro di un anno. Nel 2020 la valuta digitale ha fatto ben di più, quasi quadruplicando il proprio prezzo: ora è sopra i 29mila dollari. E da un lato gli analisti ritengono che il trend sia destinato a durare, dall’altro banche d’affari e investitori istituzionali che si erano sempre mostrati scettici stanno ora manifestando interesse. Anche Ray Dalio, fondatore dell’hedge fund Bridgewater associates che tre anni fa lo definiva “una bolla”, ha affermato che “potrebbe servire come agente di diversificazione rispetto all’oro e ad altri asset simili” anche se dal suo punto di vista è meglio optare per beni fisici come appunto l’oro.

Il punto di forza della criptovaluta generata da una rete globale “peer to peer” è che la quantità totale “estraibile” è limitata a quota 21 milioni, che si stima saranno raggiunti nel 2140. L’offerta dunque è per definizione scarsa. In questi giorni la capitalizzazione totale ha superato i 500 miliardi di dollari: più di Mastercard e Visa, per fare qualche esempio. Complice la pandemia e la politica monetaria accomodante delle banche centrali, molti investitori si sono rivolti al Bitcoin a caccia di rendimenti e come scudo contro la debolezza del dollaro e un possibile aumento dell’inflazione. Secondo JPMorgan Chase l’adozione si è diffusa tra family office, assicurazioni e fondi pensione, pur se con piccole cifre. Intanto Coinbase, la maggiore piattaforma di scambio con base negli Stati Uniti, ha depositato la documentazione per lo sbarco in Borsa, in quello che è il primo vero test a Wall Street per il mondo delle criptovalute.

Dal canto suo PayPal ha annunciato che dal prossimo anno darà ai propri clienti la possibilità di effettuare acquisti in Bitcoin, Ethereum e Litecoin con l’obiettivo di incoraggiare l’uso globale delle monete virtuali e preparare i propri software al possibile sviluppo di criptovalute da parte delle banche centrali. I pagamenti in criptovalute su PayPal saranno regolati con valute come dollaro ed euro, in modo che i commercianti continuino a ricevere i pagamenti in valuta tradizionale.

Ma non tutti sono convinti della bontà e della riuscita del rally del bitcoin. Secondo molti osservatori la volatilità non va sottovalutata alla luce delle fiammate del passato seguite da crolli altrettanto forti. A questo si aggiunge l’incognita delle regole. Il mondo delle valute digitali è in gran parte non regolamentato e una possibile ed eventuale stretta rischierebbe un effetto domino sul mercato. L’attenzione delle autorità è infatti alta, come dimostrato dalle accuse mosse dalla Sec, la Consob americana, a Ripple Labs e ai suoi manager per le informazioni fuorvianti agli investitori sul token XRP.

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