Scuola

Il progetto del Piemonte per tornare a scuola in sicurezza: tampone ogni 15 giorni ai docenti, ogni mese ai ragazzi delle medie

La partecipazione è volontaria. L'iniziativa, finanziata con 7 milioni di euro, parte il 4 gennaio per insegnanti e personale Ata. L'11 gennaio al via anche per i ragazzi. L'assessore all’Istruzione Elena Chiorino: "Abbiamo scelto questa fascia di età perché gli esperti ci hanno detto che, insieme alle superiori, si è dimostrata la più esposta alla vie di contagio della vita scolastica e parascolastica”

Da gennaio tutti gli studenti, i docenti e il personale Ata del Piemonte potranno fare almeno una volta al mese un tampone. A lanciare il progetto sperimentale “Scuola Sicura” è la Regione guidata dal presidente Alberto Cirio. Con un investimento di 7 milioni di euro si punta a tornare a scuola in sicurezza e in presenza fino alla fine dell’anno. A sviluppare il piano, unico in Italia, è stato il gruppo di lavoro degli epidemiologi che supportano la giunta regionale, coordinato da Pietro Presti.

L’obiettivo è uno solo: monitorare in maniera costante il contagio e contenerlo il più possibile. In pratica dal 4 gennaio al 31 marzo prossimo gli 83mila docenti e non dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, agenzie formative del sistema dell’Istruzione e della Formazione professionale, potranno eseguire ogni 15 giorni un test antigenico o molecolare. Il tutto su base volontaria e previa prenotazione dal proprio dottore di medicina generale (per i non residenti è prevista una corsia preferenziale tramite il Sisp).

Tamponi molecolari e antigenici anche per i 75mila studenti di seconda e terza media che saranno sottoposti su base volontaria una volta al mese (ogni settimana viene testato un quarto di ogni classe) allo screening. Per loro l’operazione scatta l’11 gennaio e terminerà sempre il 31 marzo prossimo. “In questo caso – spiega l’assessore all’Istruzione Elena Chiorino, madrina del progetto – servirà la collaborazione dei genitori che dovranno accompagnare i ragazzi negli hotspot presenti su tutto il territorio. Abbiamo scelto questa fascia di età perché gli esperti ci hanno detto che, insieme alle superiori, si è dimostrata la più esposta alla vie di contagio della vita scolastica e parascolastica”.

L’assessore Chiorino è particolarmente ottimista: “Prevediamo un’adesione del 70% da parte degli studenti. Non ci fermeremo al 31 marzo. Trattandosi di un progetto sperimentale lo adegueremo cammin facendo e in base alla curva epidemiologica”. Ma non solo. “Stiamo anche lavorando per supportare il lavoro dei medici e alleggerirli. Potranno essere definiti accordi territoriali per rafforzare il piano mediante la collaborazione con enti pubblici, privati e del terzo settore. Nella provincia di Biella stiamo già interessando i sindaci, l’Asl e due realtà che si occupano di prevenzione oncologica che si metteranno a disposizione per questo lavoro di screening”.

Soddisfatto di questa operazione è il direttore dell’ufficio scolastico regionale, Fabrizio Manca: “Stiamo andando nella giusta direzione: la Regione punta al rafforzamento del controllo sanitario e a potenziare la fase di screening e tracciamento. Solo così possiamo riuscire a tenere aperte le nostre scuole. Sto lavorando da mesi per assicurare lezioni in presenza e in sicurezza e questo impegno della Regione è in sintonia con il mio sforzo. Mi auguro che i docenti, soprattutto quelli dell’infanzia e della primaria, aderiscano a questa proposta. L’11 gennaio abbiamo in previsione una giornata dedicata all’incontro con tutti i dirigenti scolastici per avviare una campagna di sensibilizzazione”.

Intanto l’assessore Chiorino fa sapere che in Piemonte le scuole superiori sono pronte a riaprire in presenza al 50% a partire dal 7 gennaio, come previsto inizialmente dal ministero di viale Trastevere.